OBAMA NON VOLEVA FARE ‘STUPIDAGGINI’ E SI E’ TENUTO A DISTANZA DALLA SIRIA

Obama non voleva fare «stupidaggini» e si è tenuto a distanza dalla Siria. Trump aveva promesso di farla finita con la missione. Il primo ha tiratolinee rosse per Assad, ma non le ha fatte rispettare. Il secondo ha ordinato il tutti a casa in modo caoticoe senza ascoltare i consiglieri. Scelta pagata con un pezzo di prestigio internazionale. Il segnale.È saggio stare fuori dalla palude. A Washington c’è chi ritiene che questo pezzo di mondonon racchiuda interessi strategici primari per l’Americae non esclude che lapax russa sarà messa in crisidalle agende divergenti dei contraenti. Però in Medio Oriente, dove muovono molte tribù di guerra, qualsiasi ritiro è percepito come un segno di debolezza. Gli alleati.Per mesi la Casa Bianca ha chiesto agli alleati arabi e occidentali diriempire il vuoto al fianco dei curdi siriani, raccogliendo riposte vaghe. Un atteggiamento che ha fatto il gioco del presidente sempre pronto ad accusare i partner di scarso impegno. E gli stessicurdi, osteggiati dai vicini, condannati dalla geografia, hanno coltivato un sogno complicato sfidando la Storia – mai generosa con loro – e la realpolitik. Le scuse.Bombardato dalle critiche The Donald ha promesso che unnucleo di soldati rimarrà nella zona petrolifera siriano-curda, per proteggere il greggio. Che però non serve agli Usa. Altri 150-200 militari resteranno nel sud della Siria e nell’avamposto di Al Tanf «perché me lo hanno chiesto Giordania e Israele».Mosse di ripiego, simili a scuse. (Anniversari: il 23 ottobre 1983 un gruppo di attentatori suicidi sciiti colpisce i comandi Usa e francese a Beirut, quasi 300 i morti. Inizia una nuova fase del terrorismo, con implicazioni tattiche e strategiche. L’America accuserà il colpo e i suoi avversari prenderanno nota).