LUCA E QUEL COLPO ALLA TESTA PER MANO DI CHI TESTA PIÙ NON HA

LUCA E QUEL COLPO ALLA TESTA PER MANO DI CHI TESTA PIÙ NON HA

Così, dopo un giorno di lavoro, due giovani decidono di recarsi in un pub a bere una cosa, per staccare un po’ la spina dalla solita routine. Doveva essere una serata tranquilla, nulla di eccezionale, quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere di birra ma si è trasformata in una tragedia. I due giovani, Luca e Anastasia, dopo aver consumato la loro birra, si apprestano ad uscire dal locale. Fuori altre due“persone”, strattonano la borsa della giovane chiedendole di consegnarla. La ragazza sta provvedendo ad esaudire la richiesta quando viene colpita alla testa con una mazza. Luca, reagisce, non ci sta a guardare questa aggressione ai danni della sua giovane ragazza e così, in una manciata di secondi, uno dei due aggressori gli spara alla testa. Tutto rapidamente, senza neanche il tempo di capire quanto stava accadendo. Anastasia si ritrova lì, accanto al suo Luca, intontita per il colpo ricevuto al capo, distesa accanto al corpo di Luca che non reagisce già più. A dare l’allarme sarà un tassista che stava percorrendo quella strada ed ha sentito la richiesta di aiuto della giovane. Si muore così nella capitale, ma potrebbe accadere in qualunque città del paese, si muore e non si capisce bene per quale motivo tutto ciò accada. Si muore come se fosse una cosa semplice privarsi di un futuro ancora tutto da scrivere. Molti sono sotto shock per quanto accaduto, molti si sentono minacciati nella loro libertà che può diventare pericolosa, anche quando non hai fatto nulla, anche quando cerchi solo un momento di relax, anche e soprattutto quando a soli 24anni hai tutto il diritto di concederti un tranquillo momento di svago. Torna alla ribalta in modo prepotente il tema della sicurezza nelle città. Abili“capitani coraggiosi”cavalcano l’onda emozionale per lanciare propagande che condiscono l’odio già esistente con salsa di nuovo odio tutto da strumentalizzare. Non esistono nazionalità quando a commettere atti di inaudita violenza sono gli italiani, quelli che vengono prima e che diventano ultimi in ordine di correttezza a volte, con atteggiamenti che nulla hanno a che fare con il rispetto per la vita altrui. Assassini in piena regola, che fanno fuoco su punti vitali, da cui difficilmente si esce indenni e la si può raccontare. Tante le domande: chi ha compiuto un gesto così cruento sarà stato lucido, oppure armato dal“coraggio”che solo le droghe danno, ha fatto fuoco alla minima reazione? Cosa ci fanno in giro armati giovani dalla pistola facile che pensano di fare gli attori in un film western quando invece non stanno recitando e si tratta di realtà?. Ascolteremo prediche inutili, assisteremo allo show dei più buoni, leggeremo fiumi di parole ma resteremo sempre impreparati, deresponsabilizzati come accade ogni volta che c’è da prendere atto di quanto e di perché abbiamo fallito.Ci sarà chi si scagliera’ contro questa gioventù allo sbando, (se a commettere questo scempio si scoprirà siano stati dei giovani), senza mai ammettere che allo sbando ce li abbiamo condotti noi.Troppi i giovani a cui si toglie lavoro e speranza, troppi quelli che non hanno più ideali da difendere, elevati i consumi di alcool e droghe, tanti i soldi facili proposti e le aspettative mal riposte. Sta di fatto che si continua a dare l’idea che a vincere siano sempre i più furbi, quelli più scaltri, quelli che guardano il mondo dall’alto del loro inesistente podio e poi ci si lamenta. Non si vedono mai i giovani impegnati a ripulire strade e ciò che resta dei pochi parchi esistenti, quelli che fanno gli educatori percependo una misera retribuzione, quelli che procurano e distribuiscono pasti caldi nelle notti fredde ai“barboni” che aumentano sempre più nelle loro città.Non si vedono quei giovani impegnati nella protezione civile che ripuliscono strade che diventano fiumi di fango dopo le piogge torrenziali che distruggono ciò che abbiamo già distrutto.Così come non si vedono quelli che tentano di ripulire dai rifiuti le loro spiagge, le loro città, invase dalle miserie umane di chi scarta beni inutili sporcando un mondo utile.Ci domandiamo se analoghe considerazioni si faranno se invece a fare fuoco siano state persone più attempate, che“giocano” a fingersi giovani, e si stordiscono per non vedere il lavoro di cui sono stati privati, le separazioni in corso, l’onere di dover mantenere figli e ex mogli, la perdita della casa in cui fino a poco tempo prima risiedevano.Cosa si penserà se invece a fare fuoco fossero stati giovani appartenenti a famiglie benestanti, annoiati dalla solita routine ed a caccia di emozioni forti di cui cibarsi?Mani armate dalla disperazione in cui sono cadute, mani armate da silenzi mai riempiti, da giudizi superficiali e vuoti.Mani armate da chi vende loro morte, li rimbambisce regalando l’immagine della superiorità, del paradiso artificiale, senza spiegare loro che è sempre sulla terra che dopo quei trip si ritorna.Mani che diventano assassine con troppa facilità, che servono per arricchire altri, che uccidono come se fosse un gioco chi sulla loro pelle non ha mai giocato.Stiamo sprofondando in un abisso di violenza inaudita, di odio gratuito, di abili manovratori senza neanche provare a combattere questa spirale di morte che non porta nulla di buono.Così, per una borsa che non conteneva chissà quale tesoro, per aver cercato di difendere la donna che si ama, per aver reagito bloccando un aggressore, l’altro decide di sparare e di uccidere senza sapere neanche perché.. Luca, un giovane uomo che in tempi in cui si legge solo di violenza degli uomini nei riguardi delle donne ci ha insegnato che esiste ancora chi si prende cura davvero di chi ama.Ce lo ha insegnato sacrificando la sua stessa vita, pensando forse che si poteva risolvere tutto con qualche strattone.Invece quel colpo di arma da fuoco è stato l’ultimo suono che ha sentito…Possa cullarti almeno il mare ed accoglierti un infinito di pace, quella che sulla terra ancora manca.