LA STRAGE DI NASSIRYIA È LA STORIA DI UNA FOTO

LA STRAGE DI NASSIRYIA È LA STORIA DI UNA FOTO

Una foto, quante cose si possono dire su una foto. Questa viene dal passato e fa male, perchè fa riaffiorare ricordi tragici, struggenti. Quel carabiniere con i gradi di brigadiere a sinistra, vicino a Norberto, è Giuseppe Coletta. Una foto fra le tante per ricordare la missione in una terra difficile: cinque anni e mezzo fa davanti alla caserma “Animal House”, aNassiryia. Quel brigadiere e quella caserma non ci sono più, cancellati dall’odio. Questa foto era fra i ricordi più cari di Margherita, la vedova del brigadiere. Mi ha fatto l’onore di regalarmela e le sono molto grato, commosso. L’ho conosciuta a Roma, in Campidoglio, per la presentazione di unlibroche ricorda il sacrificio di Giuseppe e s’impegna per un futuro di pace con un grandeprogetto di solidarietà, pensando innanzitutto ai bambini. Nella foto, oltre a Giuseppe e a un altro carabiniere ci sono Norberto e Silvio miei assidui compagni di viaggio nel pantano irakeno. Quando da Baghdad andavamo a Nassiryia era una festa perchè incontravamo tanti amici. Non ricordo cosa ci siamo detti con Giuseppe, ma sicuramente abbiamo parlato dei bambini, ne parlavamo sempre fra noi zingari con o senza divisa. Questa foto è la prova fisica della nostra amicizia. Che nessuno potrà mai cancellare. Grazie, Margherita. Grande donna, una di ”quelle che restano a casa”: la faccia pulita e coraggiosa di un mestiere pericoloso.Il seme di Nassiriya