VENEZIA, LA SOLIDARIETÀ A CORRENTE ALTERNATA E LE PAROLE DELLA SINISTRA

Confesso che appena c’è stata l’alluvione di Venezia pensando al Veneto egoista, a quelli del prima il Veneto, sono contro l’Europa e contro l’euro, dicono che il prossimo tuo della chiesa cattolica, quindi universale, sia la persona più vicina a te e non la più bisognosa, ai commercianti di Venezia che ti scuciono più di 20 euro per un cappuccino e un cornetto il primo pensiero che ho avuto è stato “L’hai votato chi si è intascato i soldi del Mose? L’hai voluta la Lega? Ti piacciono quei bestioni di navi da crociera nella laguna per i soldi dei croceristi? Ti faccio schifo? Fatti tuoi, col cavolo che ti do qualcosa.” Poi ho pensato che Venezia mica è la loro, che è la città italiana che più di tutte è patrimonio del Mondo, che Emergency di Gino Strada non si chiede se chi deve curare è un assassino o una brava persona lo cura e basta, che il Veneto è anche la terra di Alex Zanotelli e dei comboniani e non solo quella di Galan e Zaia, che dare in molti due euro con una telefonata – molto meno di quanto pretendono per un caffè in Piazza san Marco – era un modo d’essere diversi da chi ha fatto dell’egoismo una bandiera e, soprattutto, la dimostrazione a se stessi e agli altri che la solidarietà non va a simpatie, non può essere a corrente alternata ed è bella quando è un moto collettivo dell’animo. Ho scritto che avrei telefonato per dare il mio contributo e sono piovute molte critiche. Me l’aspettavo. Non m’aspettavo che per dire “io no” sarebbe stato da molti usato molto dell’armamentario linguistico della Lega (quello del benaltrismo, del “parliamo di…”, di “e allora questo e allora quest’altro”) e la rabbia che ci mette nell’usarlo. Questo è stato sconfortante. Perché dimostra che l’egemonia culturale della destra è entrata a fondo nella gente e il suo modo d’essere è stato fatto proprio anche da chi di destra non è. Recentemente a Propaganda live Achille Occhetto, l’ultimo segretario d’un partito dove Gramsci si leggeva e studiava e non era ridotto a frasette da Baci Perugina, ha letto ciò che Gramsci scrisse a proposito di popolo e fascismo «Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia barbarica e antisociale di alcuni strati del popolo italiano» concludendo con l’invito a non aver paura ad andare contro corrente di questi tempi. Naturalmente ognuno è libero di fare quello che vuole con i propri euro e scrivere come gli pare, ma credo che di questi tempi in Italia andare controcorrente voglia dire essere come i giovani che sono andati a spalare l’acqua e il fango a Venezia. E fare di tutto per non essere come chi ha fatto propria la “psicologia barbarica e antisociale”, a partire dal linguaggio usato non adottando le loro frasi, i loro gesti, i loro sguardi liberandosi dai risentimenti e dalla rabbia che da destra vengono seminati a piene mani nel Paese.