PADOVA. STUDENTE CITA PRINCE JERRY ALL’UNIVERSITÀ, SI ARRABBIA ASSESSORE LEGHISTA
Politica, dal greco antico politikḗ (“che attiene alla pόlis”, la città-stato), con sottinteso téchnē “arte che attiene alla città-stato” talvolta parafrasato in “tecnica di governo della società”.( cfr dizionario Treccani). Una definizione che a leggere bene coinvolge ogni aspetto della vita e del vivere. Non esiste zona della vita umana sottratta alla necessità della politica. Nel ” Principe” Machiavelli parla del ” vivere libero” ed enuncia un principio fondamentale: se è vero che la politica è necessaria alla vita, la vita è a sua volta la materia stessa della politica. E allora, se l’uomo è un animale politico( Aristotele), perché il discorso pronunciato dal Rappresentante del Consiglio studentesco all’apertura dell’ anno accademico all’Università di Padova ha suscitato tanto clamore, scatenando il risentimento dell’assessore allo sviluppo economico fra gli ospiti presenti? I protagonisti dell’episodio ripreso da video e giornali sono: lo studente, Alberto Rosada, eletto quale rappresentante del Consiglio degli studenti dell’università di Padova e l’assessore allo sviluppo economico alla regione Veneto Roberto Marcato, esponente della Lega. Immaginiamo un giovane chiamato a pronunciare il discorso in rappresentanza degli studenti in un evento importantissimo dinanzi ad una platea d’eccezione dov’erano presenti, fra gli altri, sia il rettore dell’ateneo che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Alberto, con la meravigliosa sicura sfrontatezza dell’età, non inficiata dal timor reverenziale, ma mai ingiuriosa o irriverente, pronuncia il suo discorso con voce ferma ma non fredda. Usa il Politichese? Giammai, linguaggio avulso dalle intenzioni del giovane. Retorico? Neanche a parlarne, concezione lontana sideralmente dalla mente dello studente. Vero? Si. Sentito? Assolutamente. Il suo discorso è maturo, capace di guardare alla realtà senza filtri, senza rosee previsioni, senza mistificazioni, orpelli o piaggerie rivolte alla platea presente. Poi, improvvisamente, il giovane pronuncia alcune parole: ” Sapete qual è la differenza tra me e Prince Jerry? Io sono vivo, lui è morto. Io potrò andare in Erasmus lui, già laureato, per cercare un futuro migliore è dovuto passare attraverso l’inferno libico e il Mediterraneo”. Parole che hanno lo stesso effetto della deflagrazione dell’atomica in quell’aula magna! Prince Jerry era il giovane nigeriano suicidatosi gettandosi sotto un treno a metà gennaio in quel di Tortona. Era un immigrato cui era stata respinta, sulla base delle norme del decreto sicurezza, la domanda di asilo. Era laureato in chimica nel suo paese ed era venuto in Italia in cerca di un futuro migliore lontano dalle lotte tribali e fratricide del suo paese. Anzi no. Alberto lo dice chiaramente. Non erano uguali. Il colore della pelle era diverso. Le condizioni di vita erano diverse. Il pedigree li distingueva. Le possibilità erano distinte. Pathos nel discorso. Sentito da giovane a giovane in un dialogo muto tra la realtà e l’ormai passato di una vita estinta, tra le aspirazioni dei giovani, di tutti i giovani in un indistinto colore di fraternità, a un mondo di pace e armonia e la realtà scarna delle logiche fredde delle tante ragioni di stato. Un discorso come pochi, un monito e insieme una speranza, non una miscellanea di dati o una sciorinatura di saccenza. Discorso non gradito dall’assessore presente che, sin dalle prime battute dello stesso, e i video circolati sul web ne sono la conferma, ha palesemente contestato le affermazioni del ragazzo. L’assessore del Carroccio avrebbe, infatti, dichiarato” Ognuno ha le sue idee, ma trovo che questo intervento fosse del tutto inadeguato per il luogo e la situazioneÈ stata un’azione politica, e trovo che se uno vuole far politica ne ha tutto il diritto. Però, si candidi, monti un palco e parli di quello che vuole. L’inaugurazione è stata sfruttata per fare un comizio”.( cfr Treviso today)Pare che, invece, l’ateneo abbia gradito e molto l’intervento del giovane e che a partire dal rettore tutti si siano congratulati con lui che ha tenuto a ribadire che il discorso era una espressione corale di tutti gli studenti che lui in quel momento era chiamato a rappresentare. A chi gli ha fatto notare le intemperanze dell’assessore lo studente avrebbe replicato” Se ricordare pubblicamente la morte di un 25enne nigeriano e parlare di un contrasto tra i valori dell’università padovana, che tanto si impegna per l’internazionalizzazione, e la preoccupante nuova (ma vecchia) retorica del nazionalismo e della chiusura è una colpa, me ne assumo la responsabilità. Se qualcuno pensa che un ventenne dovrebbe stare in silenzio davanti alle profonde ingiustizie che colpiscono la sua generazione e il mondo intero, lo faccia pure. Noi risponderemo ancora più forte per ricordarci sempre che siamo solo dei privilegiati rispetto a tanti altri nostri coetanei nel Mondo.“( cfr .Treviso today) Bella la gioventù quando sfugge agli stereotipi in cui vogliono relegarla. Bella la veemenza delle idee quando sorreggono i sogni di chi vuole combattere per l’affermazione degli stessi. Bella la speranza quando si fa sorreggere dalla baldanza dell’età. Bello il potere credere che la Politica cui aspirano le nuove generazioni non bamboccione sia questa affermazione dell’homo frater e non lupus homini.
