LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE AL “CROCEVIA” DI PERUGIA

A Perugia al “Crocevia” di Corso Cavour c’è una piccola chiesa aperta quasi tutte le mattine fin verso le 11,00 grazie a una gentile e sorridente signora che dice “ho fatto un voto e finché posso la tengo aperta”. È la chiesa di san Giuseppe, male illuminata da un rosoncino sopra l’ingresso entrando si ha l’impressione di trovarsi in una grotta. Ai lati due Sacre famiglie, una di Giovanni Scaramuccia l’altra di Luigi Pellegrini, così annerite da essere illeggibili. Poi a sinistra un affresco staccato, secondo Francesco Santi la prima Madonna della Misericordia conosciuta a Perugia, con invocazioni scritte e un san Sebastiano trafitto di frecce fino all’inverosimile. Dalla parte opposta affreschi della bottega del Bonfigli con un immancabile san Bernardino e un sant’Ansano protettore degli asmatici che tiene in mano esofago e polmoni come fa un macellaio con le interiora. Ai lati dell’altare un san Giuseppe e una Madonna scolpiti nel ‘600 da Charles D’amuelle che sembrano due contadini umbri cui l’autore abbia chiesto di posare. In questa specie di chiesa rupestre tutto è semplice e popolare come persona semplice e popolare era il falegname Giuseppe cui è dedicata. E tutto induce alla preghiera ed è facile trovarvi persone che nella penombra e nel silenzio pregano con intensità e concentrazione del tutto particolare. Quando la trovo aperta entro e mi trovo a pensare, a mia madre e spesso a Papa Francesco che chiede sempre di pregare per lui. Io non prego, ma penso a lui e al bene che tutti noi abbiamo avuto nel trovare un Papa come Francesco in tempi come questi, scuri come la Chiesa di san Giuseppe a Perugia, dove sembra impossibile individuare una strada e punti di riferimento. (Per chi volesse saperne di più sulla chiesa “Fabio Palombaro, La chiesa di san Giuseppe già chiesa di Santa Croce in Perugia, Tozzuolo editore” da dove sono prese le foto di Lanfranco Sportolari)