RACCONTO DI NATALE
Guardò il presepe e cominciò a mettere in fila le statuine. C’era l’amico perduto troppo presto, l’amico sbagliato, la ragazza del bar sotto casa che per vent’anni aveva visto ogni mattina. C’era un antico capo assai amato, due colleghi invidiosi, molte pecore, alcuni compagni di scuola, l’insegnante di greco. Il presepe si fece sovraffollato. Doveva ancora piazzare i gatti, i figli, il cane che aveva da giovane e tutti gli amici dei vent’anni alcuni dei quali invecchiati assai male. Li mise a lamentarsi intorno al fuoco: che casino – dicevano – non ci sono più i presepi di una volta, manco la lavandaia è arrivata. Nell’ombra dietro alla palma mise la cugina perfetta, che si arrabbiò moltissimo. Per ultima piazzò la stella cometa: faceva molta luce (ma la cugina restava invisibile lo stesso).
