QUANDO SPERI NE LA DEA FORTUNA MA HAI SATURNO CONTRO

DI MIRIAM TERZANOTAATTENZIONE! Potrebbe contenere tracce di spoiler. Roma, cibo, terrazze, Serra Yilmaz, Accorsi.Sono gli ingredienti già collaudati, come il cenone di Natale dalla nonna, che si ripete ormai da 30 anni, del film di Ozpetek. Se non fosse che mentre la nonna, quest’anno ha deciso di stupire tutti con un ingrediente a sorpresa, il fico, da inserire in ogni portata, il regista turco sfida il trasudare testosterone del fico Edoardo Leo, trasformandolo in un idraulico gay.La sfida poteva sembrare azzardata quasi come chiedere a San Giuseppe di fare la Madonna, a Bruce Springsteen di cantare le canzoni di Cristina D’Avena, a Berlusconi di flirtare con Rocco Siffredi…ma il miracolo accade (per chi avesse visto “Diciotto anni dopo” sa che l’attore romano con i “miracoli” è avvezzo).Edoardo Leo riesce ad essere più credibile di Renzi quando dice di essere di sinistra; di Cannavacciuolo che parla di dieta; di Toninelli che finge di capire le regole della briscola; di tutti noi che cerchiamo di fingere, dopo settimane estenuanti di prove davanti allo specchio, apprezzamenti di fronte alla solita confezione dei Tesori d’Oriente, comprata o riciclata all’ultimo minuto che ci viene regalata o meglio tramandata, di generazione in generazione, la notte di Natale e ancora più credibile di mia cugina che finge di amare il manzo pur essendo vegana, per non dispiacere la nonna.Magistrale Leo! Andiamo al film.È la storia d’amore di due persone che, dopo 15 anni, si trovano ad affrontare una crisi come qualsiasi persona all’ultima portata di un matrimonio al sud. Per loro fortuna arrivano Buscopan e Gaviscon, con le sembianze di bambini (bravi anche loro), a salvarli. Il film risulta surreale sin dalle prime scene:1)Dove si sono mai visti dei vicini di casa così affiatati ché io, per uscire di casa, controllo, come se fossi una ricercata con una taglia sulla mia testa, che non ci sia nessuno per le scale?2)Se io chiamo un idraulico, attingendo dalle stesse pagine bianche di Ozpetek, nella migliore delle ipotesi, mi arriva un tizio con le sembianze di Mario Bross e le movenze di Cristiano Malgioglio. Ma andiamo avanti.I due protagonisti sono consapevoli di farsi le corna a vicenda e reagiscono con la stessa calma di chi scopre di avere le doppie punte.Ma io ti riduco a pezzettini e ti metto nel ragù della nonna! Ti sbatto come il pandoro senza ricoprirti di zucchero ma di insulti e ti azzanno.Due donne si azzuffano se una frega all’altra, durante i saldi da Zara, l’ultimo maglioncino color ocra che sa che non metterà mai e ad Edoardo Leo non si scompone nemmeno il ciuffo. Arriva la Trinca.Chi di noi non ha riconosciuto nello sguardo di Accorsi (che finalmente in questo film ha smesso di ansimare che manco Siffredi in tutta la sua carriera e recita in modo lodevole) quello che ognuno di noi fa alla vista della suocera?“Potevi dirmelo che sarebbe venuta e ci avrebbe mollato: i gatti, le piante e il nonno per andare a una gita organizzata dall’Inps!”. La situazione della Trinca è molto più triste e complicata ma il senso è lo stesso.Anche il baffo di Accorsi ha un cedimento in quel momento. La scena più credibile è quella dei compiti, durante la quale il ciuffo di Leo e il baffo di Accorsi tremano.Chi ha cercato di aiutare dei bambini tra i 6 e 10 anni (dopo si fingono tutti morti) è andato in crisi come Di Maio quando si parla di politica estera, mia nonna quando deve preparare un piatto vegano, un cliente alla Lidl quando non vede un prezzo con scritto €9,99. Il film da drammatico si trasforma in fantascienza quando i due protagonisti, dopo un viaggio (di dispiacere) in Sicilia, nonostante la pasta al forno, ritornano più magri di quando sono partiti. Dopo quasi due ore, il film arriva al suo epilogo.Esci dal cinema, vai a casa e vieni assalita dalla voglia di distruggere tutti i lavandini, la lavastoviglie e la lavatrice nella speranza che arrivi Edoardo Leo a ripararli ma tu non hai “La dea fortuna” dalla tua parte ma “Saturno Contro”. A parte gli scherzi, è un film che va visto: per il soggetto, la sceneggiatura, i primi piani, le musiche, gli interpreti (bambini inclusi) straordinari.