BUONGIORNO UN CORNO!, GIOVEDI’ 9, TRUMP SOLO SECONDO …

BUONGIORNO UN CORNO!, GIOVEDI’ 9, TRUMP SOLO SECONDO …

La Cnn rischia di rovinare la guerra Iran Usa spoilerando il finale. Secondo la prestigiosa emittente televisiva statunitense, spesso citata nelle scuole di giornalismo per spaventare gli aspiranti giornalisti con la minaccia che esistano redazioni dove si è costretti a uscire di casa per trovare le notizie, la pioggia di Cruise e di missili balistici a corto raggio lanciata da Teheran avrebbe intenzionalmente mancato il bersaglio degli Usa in Iraq evitando di fare vittime. In più gli iraniani avrebbero avvisato delle loro intenzioni prima gli iracheni, affinché avvisassero gli statunitensi per far mettere in salvo i soldati a stelle e strisce. Al contrario della Cnn la tv di Stato iraniana ha riferito che le vittime sarebbero state ottanta militari Usa, per dare un contentino a quella parte di popolazione, sempre meno, che in Iran appoggia il regime confessionale. E’ davvero un grande dispetto a Donald Trump questo gesto ragionevole compiuto da Teheran, che conferma il rischio che questo non sarò l’anno della definitiva consacrazione di Trump al primo posto nella speciale classifica dei cattivissimi. Il primato nel ventunesimo secolo di massacratore di civili inermi in medioriente, con tanto di filmati diffusi da Wikileaks a provarlo, resta quindi al momento saldamento nelle mani di George Bush Jr. Forza Donald, c’è ancora tutto il 2020 per recuperare! Clamoroso non tanto al Cibali (citazione per over 50) quanto a Buckingham Palace: Harry e Meghan hanno annunciato di voler “lavorare” per poter diventare “indipendenti a livello finanziario” e soprattutto di volersi dimettere da “membri senior” della famiglia reale. Si stabiliranno per questo in pianta stabile in Canada. Insomma, Meghan e Harry diventano dei mezzi borghesi. Un piccolo passo per dei reali un grande balzo in avanti per la comunità del gossip. Siamo tutti un po’ commossi per questo gesto pensando alla vita di privilegi che potevano avere e alle difficoltà di tutti i giorni in cui invece cominceranno a trovarsi fin da oggi. Già pronta in bella vista sul tavolo del responsabile delle risorse umane di “Speedy Pizza”, il servizio di consegna a domicilio della prelibata pietanza, la domanda di assunzione di Harry. Meghan invece sarà per un periodo in prova presso “Lando che vien pettinando”, il famoso parrucchiere dei Vip, Very Ignorant Person, del Quebec, dove imparerà a fare colore e mèches. Naturalmente il loro tenore di vita subirà un brusco ridimensionamento: non più di quindici giorni di ferie l’anno a Milano Marittima, pensione La Conchiglia, e addio alla macchina spara cubetti di ghiaccio con cui il principino Archie incitava la servitù a un servizio più celere. Viva, Viva, sempre Viva la Regina! Il primo, secondo, terzo e tra poco unico ministro libico Fayez al Serraj si sarebbe rifiutato di partecipare a un incontro già fissato a Roma con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, perché infastidito dal fatto che poco prima Conte avesse incontrato il generale Khalifa Haftar. Da diverso tempo il governo di Tripoli accusa l’Italia di mantenere un atteggiamento molto ambiguo e di non fare abbastanza per appoggiare Serraj. Sembra quindi definitivamente tramontato l’idillio di quando al Serraj trattava con l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti per rafforzare la lotta al traffico di esseri umani, rinchiudendoli nei lager libici, dove il contrasto ai flussi migratori viene praticato con stupri, torture e uccisioni. Secondo notizie non confermate l’italia avrebbe un ministro degli Esteri, non ci sentiamo però di contribuire allo spargimento di tali fake news, e addirittura un primo ministro che avrebbe avuto la bella pensata, per riprendere il controllo della situazione, di convincere i due contendenti libici, che si stanno sparando l’uno contro l’altro a casa loro, a prendere il tè delle cinque non nel deserto ma a casa nostra. Ma la Farnesina fa sapere che in realtà Serraj sarebbe andato via stizzito non per la proposta dell’incontro ma per la chiusura infrasettimanale di Babingtons (celebre e vippissima Tea Room romana) a piazza di Spagna. C’è chi ha preso finalmente atto dello stato del giornalismo. Si chiama Facility e non è solo un magazine sui bagni, ma come ha già scritto qualcuno “con la sua copertina bianca e grigia assomiglia esso stesso a un bagno”. E’ stato lanciato nel novembre scorso e, l’editore non manca di coerenza, è stato presentato all’interno di un bagno. Perché non parliamo più di bagni? si chiede Facility nell’editoriale del suo lancio, rivolgendosi la domanda che ci facciamo un po’ tutti. La rivista ha il grande pregio di esistere solo in carta stampata, che per il bagno è perfetta e consente di lasciare per almeno qualche minuto lo smartphone a riposare da qualche parte. Parlare di bagni significa parlare della società ha scritto in una recensione un quotidiano online e non possiamo dargli torto nemmeno su questo. Nel primo numero trovate un sondaggio sulle nostre abitudini quando siamo “‘n der posto”, sulle alternative quando si deve saltare la doccia per mancanza di tempo e un’inchesta sulle differenze di comportamento tra bagno pubblico e bagno privato. Che dire, dato l’oggetto del magazine non possiamo che fargli gli auguri alla maniera della gente di teatro: Merda!