ROGER DE BELLEGARDE (DA SENIGALLIA)

Ricordavo vagamente, poi stasera ho rivisto in tv “E la nave va” di Federico Fellini (ricorrono i 100 anni dalla sua nascita) e l’ho riconosciuto. Vedete il signore a destra della foto, con l’uniforme bianca da generale asburgico? Non era un attore professionista, e vai a sapere come Fellini nel 1983 l’avesse scovato per quella parte da alto ufficiale austriaco: immagino in virtù della statura e della sua faccia da aristocratico d’altri tempi. Si chiamava Roger (o Ruggero) de Bellegarde, era un conte, per quanto assai decaduto, e diventò amico di mio padre Sergio Anselmi. La sua era una casata nobile, di ascendenze francesi, quella dei conti Bellegarde de Saint-Lary, uno dei quali aveva sposato nel 1884 la contessa senigalliese Cristina Mastai Ferretti.Nato a Firenze nel 1923 ma più tardi trasferitosi a Senigallia dopo aver sposato una brasiliana, il Roger (o Ruggero) in questione sembrava in realtà, nell’aplomb, un ufficiale britannico da film, e così me lo rammento quando lo vedevo tornando a Senigallia per le vacanze: fascinoso, alto, elegante nel suo blazer blu su camicia bianca, tutto buone maniere, alquanto squattrinato, amante della buona cucina (di mia madre), non proprio sveglissimo, ma stava volentieri zitto e quindi mimetizzava bene. Credo che abbia passato gli ultimi anni al pensionato Pio IX, da dove usciva la mattina in bicicletta per prendere sole e aria al mare, talvolta dare una mano al Museo della mezzadria inventato da mio padre su alle Grazie, di fronte alla stupenda villa Mastai Ferretti Bellegarde, che era stata, decenni prima, una dimora di famiglia. Rivederlo nel film di Fellini, così ingessato e marziale, mi ha fatto piacere.