UN APERITIVO, “FIGLI” E LA SOCIETÀ SIGNORILE DI MASSA

UN APERITIVO, “FIGLI” E LA SOCIETÀ SIGNORILE DI MASSA

Nutrivo qualche dubbio sulla consistenza di quanto teorizzato da Luca Ricolfi nel suo nuovo fortunato saggio “La società signorile di massa” (La Nave di Teseo, 15 euro). Anche il titolo mi sembrava forzato, poco più di una boutade provocatoria. Poi, qualche sera fa, ho offerto a due miei amici un semplice aperitivo in un locale, neanche tanto fighetto, del rione Monti, a Roma. Due flute scarsi di prosecco e un Crodino con acqua: 19 euro. Vero, siamo stati seduti una mezz’oretta. Mi sembrava comunque una rapina, ma mi sono tappato la bocca. Intorno a noi, verso le 19.30, vociava una folla di giovani e giovanissimi che consumava a quattro palmenti cocktail, panini, pizzette, anche piatti cucinati. Se io ho speso 19 euro per quelle tre fesserie, mi sono chiesto, quanto salato sarebbe stato il conto per quei clienti attorno ai vent’anni, molti dei quali studenti senza lavoro?Tornato a casa, ho dato una scorsa alle note di copertina del saggio di Ricolfi, comprato ma non ancora letto. E vi ho trovato scritto quanto segue: “Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un’infrastruttura di stampo para-schiavistico”. Di nuovo ho fatto il tifo per la pimpante mamma ultrasessantenne ingiuriata dalla figlia Paola Cortellesi nel film “Figli”.