L’INFERNO DEI DISABILI E LA RESA DELLO STATO
Una disabilità grave è un problema che annienta. La disabilità grave di un figlio destabilizza, angoscia. Osservare la sofferenza di chi si ama , percepirne il dolore, desiderare ardentemente farlo proprio e strapparlo a quello sguardo velato e supplice è una condizione comune a tanti genitori. La vita li ha portati dentro i gironi dell’inferno. La creatura che amano annaspa in cerca di Vita vera e loro si prodigano affinché pochi istanti di felicità regalino il brillìo negli occhi o l’ombra di un sorriso. Dovrebbero potere restare accanto a questi amori sfortunati, dovrebbero essere aiutati nel difficile cammino quotidiano, dovrebbero contare sull’ ausilio di personale competente. Dovrebbero vedere rimossi quegli ostacoli che l’art. 3 della Costituzione ritiene lesivi della piena realizzazione della personalità umana. Dovrebbero usufruire di assistenza fisica ed economica. Perché una grave disabilità in famiglia, una a caso, come la SLA,stronca, impedisce persino di guardare con ottimismo al futuro prossimo. Quanti condizionali nell’effimero mondo della Repubblica delle banane! Quanta rabbiosa impotenza dinanzi alle notizie di queste ore, di revisione delle misure economiche in favore dei disabili gravissimi in due regioni : Lombardia e Lazio. In Lombardia il 23 dicembre scorso , la giunta lombarda su proposta del leghista Bolognini, avrebbe deliberato di rivedere le misure a favore dei disabili gravissimi a partire dal mese di febbraio con una riduzione “da 600 a 400 euro del contributo mensile e l’introduzione delle soglie di reddito Isee (50mila euro per la percezione del contributo, 65mila in caso il beneficiario sia minorenne). “( cfr. Vita. it) Si discute in questi giorni di un auspicato intervento modificativo della delibera. Nella regione Lazio il Comune di Roma avrebbe comunicato “che potranno accedere al fondo per la disabilità gravissima solo gli utenti con almeno 50 punti in graduatoria, escludendo così, circa 800 famiglie aventi diritto.” (cfr.Vita. it) In atto la protesta da parte delle associazioni. Un genitore, un parente che deve assistere quotidianamente un malato cui mancano gli elementi essenziali per vivere, dove può trovare la forza per affrontare anche la defatigante lotta contro un sistema becero e balordo che infierendo sui più deboli cannibalizza la parte più nobile dei residui di civiltà? Cosa chiede lo Stato a questi eroici genitori, parenti, amici? Chiede il coraggio? Chiede l’abnegazione? Chiede il sacrificio? Chiede la pazienza? No.Chiede LA RESA! Quando uno Stato chiede la resa dei suoi figli,non sa e non vuole stare al loro fianco…allora non è più uno Stato libero. È solo l’inferno in terra, senza più la speranza della redenzione!
