OPERAIO GENEROSO VIENE LICENZIATO. IL GIUDICE LO FA REINTEGRARE

E poi ci sono storie che profumano di vita vera, storie che, mentre si leggono, regalano la consapevolezza di vivere ancora fra esseri umani. Scopre di diventare presto padre. È al settimo cielo. Ha 28 anni. Da quando aveva 19 anni lavora presso un’azienda che gli ha dato la possibilità di essere indipendente e crescere economicamente. La pausa pranzo, da quando la giovane moglie è incinta, preferisce trascorrerla con lei. Gli sembra di condividere in quei minuti il tempo del sogno che entrambi stanno vivendo. È in pace col mondo, è felice e vorrebbe che chiunque attorno a lui lo fosse. Quel suo amico facchino di una ditta dell’indotto che lavora spesso con lui ha notevoli difficoltà finanziarie. Non ci pensa due volte. Offre il suo badge per la mensa al collega che , per trentadue volte può usufruire del pasto in vece sua. I controlli espletati dall’azienda Marcegaglia di Ravenna, però, scoprono l’uso improprio del badge. Parte a novembre 2019 la contestazione degli addebiti nei confronti del giovane uomo incredulo dinanzi all’avvio del procedimento disciplinare per aver violato il rapporto di fiducia col datore di lavoro. Si difende. Ma le argomentazioni utilizzate non sortiscono effetto alcuno e, qualche settimana fa, giunge la lettera di licenziamento. L’uomo fortemente dispiaciuto per la piega presa dalla vicenda, impugna giudizialmente il provvedimento estremo e gravissimo. Ieri la sentenza. Il Giudice del lavoro ha ritenuto ” irrisorio il danno da non poter fondare in alcuno scenario interpretativo possibile, una lesione del vincolo fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore”. Il giudice ha annullato il licenziamento e ha disposto la reintegrazione sul posto di lavoro, il pagamento delle mensilità pregresse e il risarcimento del danno pari agli stipendi non goduti oltre interessi legali. Secondo il calcolo effettuato in sentenza, la presunta perdita per l’azienda sarebbe stata di circa sei euro. Secondo la resistente Marcegaglia il danno sarebbe stato, invece, di circa euro 126,00. Un uomo aiuta un suo simile che versa in situazioni economiche non floride. Inusuale e non regolamentare sicuramente. Ma non truffa, non ruba, non lede alcun diritto secondo il magistrato. Il pasto ceduto al collega in parte lo pagava anche lui contribuendo con una detrazione di 80 centesimi dal proprio stipendio.