UNA SPEDIZIONE DAL MALI HA PRECEDUTO COLOMBO?

UNA SPEDIZIONE DAL MALI HA PRECEDUTO COLOMBO?

Nel Mali, in un regno africano medioevale, si tramanda che Abubakari II divenne, nel XIV secolo, il re dell’allora impero del “Mande”, che comprendeva la parte più vasta dell’Africa occidentale.Dalla costa del continente nero, nell’ anno 1312 nel mese di agosto come per Colombo, una flotta di numerose imbarcazioni, prese il largo, nella zona del Gambia, per raggiungere il continente americano 200 anni prima della “scoperta”. Abu, appassionato di geografia, si era recato ad Alessandria per essere affidato ad un navigatore arabo allo scopo di scoprire nuovi orizzonti.Fino al giorno del grande varo: ventimila uomini si muovono nel vento, l’altra riva “del grande fiume” si sarebbe dovuta raggiungere nel tempo inferiore ad una luna, quasi un mese. Come per Colombo. Anche per gli uomini del Mali è Terra promessa. In ricordo di un vecchio amico arabo viene chiamata “Ibrahim Ismael. Brasil”, proprio come la chiameranno i portoghesi, che si insedieranno in Guinea. L’impero del Mande e il seme dell’umanismo mandingo insegna che in tutti gli uomini esiste lo spirito, un Dna appartenente ad ogni creatura, che l’uomo è, prima di tutto, un essere essenzialmente dotato di principi morali e che se si deve fare una guerra, dev’essere quella della pace. Per creare un Mande nuovo occorre un uomo nuovo. Ancora un nuovo Adamo, questa volta nero. Come canta appunto la voce del “griot” accompagnato dal suo strumento, la kora, per ricordare le parole ormai dimenticate, visto che un famoso proverbio recita: «In Africa, un vecchio che muore è una biblioteca che brucia».A proposito Abubakari si citano le parole: “Il sovrano che mi ha preceduto non credeva che fosse impossibile raggiungere l’estremità dell’oceano che circonda la terra (che significa Atlantico), e voleva raggiungere quella (fine) e ostinatamente persisteva nel progetto. Quindi equipaggiava duecento barche piene di uomini, come molti altri pieni di oro, acqua e viveri sufficienti per diversi anni. Ordinò al capo (ammiraglio) di non tornare finché non avessero raggiunto l’estremità dell’oceano, o se avessero esaurito le provviste e l’acqua. Partirono. La loro assenza si è protratta per un lungo periodo e, alla fine, è ritornata solo una barca. Alle nostre domande, il capitano disse: “Principe, abbiamo navigato a lungo, finché non abbiamo visto in mezzo all’oceano come se un grande fiume stesse scorrendo violentemente. La mia barca era l’ultima; altri erano davanti a me. Non appena uno di loro ha raggiunto questo posto, è annegato nel vortice e non è mai uscito. Ho navigato all’indietro per sfuggire a questa corrente.”Ma il Sultano non gli avrebbe creduto. Ordinò che fossero equipaggiate duemila barche per lui e per i suoi uomini e altre mille per acqua e viveri. Poi mi ha conferito la reggenza durante la sua assenza, e se ne è andato con i suoi uomini per il viaggio sull’oceano, per non tornare mai né per dare un segno di vita. Il testamento spirituale del grande sovrano recita: «Mon expédition marittime vise au progrès universel de la science pour la retrouvailles définitive au sein de la grande famille humaine… L’autre nom de la vie c’est la paix. C’est dans la tolérance, la concorde et l’entente entre peuples que le respect mutuel porte fruit… C’est la culture qui fera ce prodige en trasformant chaque abitant de l’espace géographique mandingue en un exemplaire unique et singulier, réalisé dans toutes ses dimensions, dans toutes ses capacités…». Ancora l’uomo vitruviano, ancora una geografia da realizzare in nome della pace e della fraternità, in nome di quello spirito, che accomuna tutte le genti del mondo: parole degne di un umanista rinascimentale.Il Mali rappresentava, con la sua leggendaria Timbuctù, NUMERO NOTA NOTA – A Timbuctù era arrivato Ibn Battuta, il Marco Polo dell’Islam, a Timbuctù pare essere giunto il fiorentino Benedetto Dei, che avrebbe influenzato le conoscenze (che vanno sempre di pari passo fra Cristianità ed Islam) dell’ispiratore di Colombo, l’altro scienziato fiorentino Paolo del Pozzo Toscanelli. la città di quell’imperatore Kanka Musa che nel 1324 si fece accompagnare nel pellegrinaggio alla Mecca da ottomila cammelli e due tonnellate e mezzo di oro e lungo il cammino ne distribuì tanto da far crollare il prezzo di mercato fino al Cairo». NUMERO NOTA NOTA – Caferri Francesca, La Repubblica, le pagine del deserto salvate a Timbuctù, 25 marzo 2007. Il Mali è prospiciente il golfo di Guinea. Là gli europei si recano a fare incetta dell’oro. Oro di provenienza solo africana? La “Mina”, la miniera della Guinea, rientra nei possedimenti portoghesi, il cui sovrano è convinto della presenza di terre “famose” all’austro nell’Atlantico. Chi gliene ha dato la certezza? In Guinea si è recato Colombo in una delle sue peregrinazioni prima del 1492. Quali informazioni ha raccolto? O da laggiù è salpato in un viaggio effettuato con i lusitani e cancellato dalla storia? Di qui le rivendicazioni di Giovanni del Portogallo nel 1493, al ritorno ufficiale dalla “scoperta”?Una flotta di piroghe ha attraversato l’Atlantico? Forse non è stata nemmeno la prima volta nel corso dei secoli. Molte sculture ciclopiche del Mesoamerica conservano inconfondibili volti camusi. Ma i neri nella storia non hanno mai contato nulla, come la loro schiavitù, a dispetto del fatto che ancora oggi l’Africa viene considerata dagli scienziati la culla del primo uomo.