CORONAVIRUS: ANCHE L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ PROMUOVE L’ITALIA
 
        Il problema Coronavirus in Italia è serio, ma potrebbe non essere grave. E potrebbe non essere grave, proprio grazie all’intervento di prevenzione del governo italiano , a quelle misure apparse a molti esagerate: il cordone sanitario attorno alle zone rosse di Lombardia e Veneto per isolare i focolai del virus, la chiusura dei locali pubblici e delle scuole nelle zone a rischio, lo stop alle partite di calcio. La conferma arriva dall’oms, l’organizzazione mondiale della sanità, che ha promosso l’Italia per i suoi provvedimenti presi tempestivamente, a differenza di altri Paesi Europei , come Francia, Inghilterra o Germania , o come gli Stati Uniti,che solo in queste ore hanno iniziato ad affrontare il rischio epidemia, e lo fanno con diversi giorni di ritardo , ma lo fanno soprattutto con il vago sospetto di aver nascosto per settimane la polvere sotto il tappeto, cercando in tutti i modi di non offuscare la propria immagine di Nazione in quarantena. . ‘Le autorità italiane stanno attuando delle misure che sono in linea con la strategia di contenimento a livello globale. Per farlo, hanno dovuto prendere decisioni risolute ma corrette», ha detto Hans Kluge, il direttore per l’Europa dell’Oms . E anche il commissario Ue della Salute, Stella Kyriakides, ha apprezzato le scelte del governo italiano: «Ringrazio il ministro Speranza, la Protezione civile e tutti gli operatori per le misure messe in campo, molto veloci, per ridurre la minaccia di questo virus». Questo vuol dire che se l’epidemia di coronavirus passerà nel giro di qualche mese e i contagi inizieranno a scendere, magari già dalla prossima settimana, il merito sarà anche della lungimiranza dell’esecutivo guidato da Conte. Possiamo allora stappare bottiglie di spumante italiano? Non ancora. Come tutti i virus , anche questo rischia di modificarsi geneticamente e magari di risultare un domani più aggressivo. Serve quindi prudenza e massima attenzione perchè, come recitava una pubblicità di qualche tempo fa, prevenire è meglio che curare. E pazienza se molte persone sono già stanche dellle misure draconiane imposte dal governo Conte. Meglio qualche sacrificio ora, che l’atroce sofferenza di un domani formato pandemia. Il buffo è che quelle persone che ora si comportano in modo stizzito, sono le stesse che fino a qualche settimana fa si lamentavano del fatto che il governo avesse preso sottogamba un’ipotetica epidemia di Coronavirus. Non c’è dubbio: forse dovrebbero fare pace con il cervello o essere meno tifosi. Perchè la connotazione politica dei lamentosi in servizio permanente effettivo, appare evidente. Spesso appartengono allo stesso schieramento dei quotidiani di estrema destra, quelli dai titoli raccapriccianti per intenderci, che dall’inizio della crisi hanno soffiato sul fuoco del virus, alimentando il panico tra la popolazione meno preparata. Al coro degli insofferenti si sono aggiunti in queste ore industriali ed imprenditori del nostro Paese, in particolare quelli del nord. Li comprendiamo, per carità. Affari delle agenzie di viaggio a picco, ristoranti vuoti, aziende in difficoltà, porti, aerei cargo in tilt, ritardi sulle consegne, export fortemente penalizzato. Fate presto, è la loro richiesta urlata da Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda “Siamo in emergenza, le misure adottate fino ad ora sono insufficienti” In una parola chiedono rapidità. Pensiero giustissimo, condiviso da tutti , perchè se andassero in fumo decine di migliaia di posti di lavoro e finissimo in recessione, sarebbero guai seri. Però appare chiaro che per loro, per gli industriali, più della salute contano soprattutto i danè. I rispettabilissimi danè. Non capendo che senza la salute in ordine l’economia rischia davvero di andare a rotoli , non adesso ma nel giro di pochi mesi. Provassero a pensare infatti se i focolai di virus si estendessero a tutta Italia. Avremmo un Paese bloccato per non aver preso provvedimenti seri per combattere l’epidemia. Gli industriali del nord dovrebbero però soprattutto riflettere sul fatto che non è stato il governo a creare il panico, a rendere plastica l’immagine in modalità appestati dell’Italia, ma sono stati proprio i loro quotidiani, presunti fiancheggiatori, a descrivere il Paese sull’orlo di una crisi di nervi, sconfitto dal coronavirus. Allora, cari industriali : basta questa considerazione oppure serve anche lo screen shot dei titoli da incubo di questi giorni, partoriti dai fogli dell’estrema destra?
