CORONAVIRUS. I CONTAGI NEL MONDO

Nel mondo il numero di morti accertati da coronavirus ha raggiunto quota 2.858. I contagiati sono attorno a 83mila, con oltre 36mila persone che sono guarite. Lo segnala l’ultimo bilancio fornito dalle autorità e i media cinesi e dalle comunicazioni fornite da altre autorità mondiali, messe in ordine dal South China Morning Post. Ecco di seguito il numero dei contagi e delle vittime, diviso per paesi e aree geografiche: Cina “continentale” 78.824 contagi (2.788 morti), Corea del Sud 2.022 contagi (13 morti), Nave Diamond Princess 705 (4 morti). Poi negli Stati uniti ci sono 60 contagi, in Kuwait 43, in Thailandia 41, in Francia 38 (e 2 morti). A Taiwan 38 contagi e un morto. In Bahrein 33 contagi, in Australia 24 contagi, in Malaysia 22 contagi, in Germania 21, in Vietnam 16, nel Regno unito 15, negli Emirati arabi uniti 13 contagi, in Canada 12, in Spagna 12, a Macao 10, in Iraq 6, in Svizzera 4 contagi. Nelle Filippine ci sono 3 contagi e un morto. In Finlandia 2 contagi, in Croazia 3, in Grecia 3, in India 3, in Israele 3. In Austria 2 contagi così come in Oman, Pakistan, Russia e Svezia. Con un solo contagiato sono Afghanistan, Algeria, Belgio, Bielorussia, Brasile, Cambogia, Danimarca, Egitto, Estonia, Georgia, Libano, Lituania, Macedonia del Nord, Nepal, Nigeria, Norvegia, Olanda, Romania e Sri Lanka. Primo caso di coronavirus in  Nuova Zelanda ha confermato il suo primo caso di Covid-19: si tratta di un uomo di 60 anni arrivato mercoledì dall’Iran e attualmente ricoverato nell’ospedale di Auckland, come ha spiegato il ministro della Sanità David Clark. In Germania, anche la città di Amburgo ha il suo primo contagio. Lo ha reso noto l’University Medical Center, spiegando che si tratta di un uomo che lavora nel reparto di pediatria dell’ospedale universitario della città, nel distretto di Eppendorf. Il presidente della Mongolia Khaltmaagiin Battulga è stato messo in quarantena a Ulaanbaatar dopo essere rientrato da un viaggio in Cina. Lo rende noto l’agenzia di stampa locale Akipress, spiegando che la misura è stata adottata in via precauzionale per contenere la diffusione del virus. Battulga è stato il primo capo di Stato a recarsi in Cina dallo scoppio dell’epidemia: durante il suo viaggio, ha incontrato a Pechino il presidente cinese Xi Jinping, con il quale ha discusso dei mezzi per contenere la diffusione. Intanto i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie in Corea (Kcdc) hanno confermato altri 256 casi in Corea del Sud, portando così a 2.022 il numero delle persone infette, mentre i morti sono 13. La maggior parte dei casi si è registrato nella città di Daegu, nel sudest del Paese, e nelle regione vicina. Delle infezioni confermate, 182 sono state segnalate a Daegu e 49 nella vicina provincia del North Gyeongsang. Più della metà dei casi ha a che fare con la chiesa di Shincheonji a Daegu, come spiega l’agenzia di stampa Yonhap. Il ministro della Cultura sudcoreano, Park Yang-woo, ha chiesto ai gruppi religiosi di interrompere le funzioni e le riunioni ”per un periodo” per contenere la diffusione del virus. Resteranno chiusi almeno fino al 15 marzo i due parchi di Disneyland e DisneySea a Tokyo. Lo riporta il ‘Japan Times’, rilanciando una nota in cui si spiega che ”Tokyo Disneyland e Tokyo DisneySea hanno deciso di prolungare la chiusura straordinaria da sabato 29 febbraio a domenica 15 marzo” dopo le misure urgenti messe in atto dal governo. “Allo stato attuale, abbiamo intenzione di riaprire il 16 marzo. Ma decideremo l’apertura dopo aver visto la situazione e gli sviluppi. Consulteremo anche le agenzie competenti” ha detto la Oriental Land Co. Ogni anno più di 30 milioni di visitatori si recano nei due parchi.