SUL CORONAVIRUS PARLANO TUTTI TRANNE VOI

SUL CORONAVIRUS PARLANO TUTTI TRANNE VOI

Sul coronavirus si è detto di tutto. Ma non l’hanno detto tutti. Nel senso che a intervenire sono sempre e soltanto i soliti noti, esperti più o meno credibili, politici quasi mai credibili. Poi c’è “il popolo bue”. Quello che subisce per decreto le decisioni dei governi. Nell’era della condivisione e dei social la maggior parte dei giornalisti si guarda bene dal confrontarsi con i propri interlocutori di tutti i giorni. Ho la piccola fortuna di avere su Facebook una comunità di amici con cui confrontarmi sui temi che affronto negli articoli. Persone come me e come voi che pur con posizioni diverse hanno in comune il dono di ragionare senza pregiudizi, merce rara di questi tempi. A loro ho proposto questo articolo condiviso, in cui i commenti sono parte integrante dell’input iniziale che ho fornito per avviare la discussione. Di seguito il risultato di questa interazione. E’ un metodo che intendo sviluppare come regola, perché oggi il senso comune, l’opinione pubblica riportata dagli organi d’informazione, si basa su due o tre interviste fatte a caso per strada, quando sono genuine. Qui invece c’è una traccia e poi le osservazioni. Questo è il risultato. Buona lettura. “Vi propongo un articolo condiviso. Nel senso che scrivo qui su fb un paio di idee a cui sto lavorando per un articolo e vorrei arricchirle con le vostre riflessioni. Magari c’inventiamo una cosa un po’ nuova. Astenersi naturalmente polemisti, ragioniamo soltanto. Non risponderò ai commenti, inserirò quelli che ritengo più centrati sull’argomento. 1) Una delle poche certezze di questo coronavirus è che gli stessi virologi non sono unanimi nel definirlo. Se la radice è chiara i ceppi sono però differenziati. Si parla di due forme a cui si aggiungerebbe addirittura una forma solo italiana, più lieve, del virus. 2) E’ matematicamente impossibile mettere un muro efficace al 100% tra il nostro apparato respiratorio e una micromillinfinitesimale particella contagiante. Se invece poi vivi in una zona ad alto contagio e scappi senza rispettare precauzioni, meriti la perdita dei diritti civili e, al quartiere mio, anche un paio di pizze in faccia a futura memoria. 4) Credo che alcune misure che trovo ridicole, oltre che inapplicabili, scaturiscano proprio dalla mancanza di certezze scientifiche che permettano di dire con nettezza: si fa così. Per questo credo che ministero della salute e presidenza del consiglio stiano cercando di rispondere oltre che all’emergenza scientifica all’ansia sociale 4) Ci troviamo però di fronte a uno scenario mai visto prima per l’ordine pubblico. L’ultima volta che in Italia sono state vietate tutte le manifestazioni e gli assembramenti pubblici era ministro dell’Interno francesco kossiga. Io invito tutti, per il momento a rispettare queste disposizioni, però invito anche tutti a porsi qualche domanda. Se, come detto al punto 1, è vero che la scienza arranca e non ha certezze sul coronavirus e come fronteggiarlo, questa misura, che ha conseguenze sociali pesanti, perché limita la libertà, per esempio, di manifestare contro il governo, quando cesseranno poi queste misure? 5) E se un governo corrotto e infiltrato di antidemocratici una volta capito il gioco, optasse a tavolino per stabilire un’emergenza sanitaria che non c’è allo scopo di limitare manifestazioni pubbliche e democrazia, come riusciremmo a capire noi che si tratta di un trucco se la scienza a quel punto fosse controllata dai cattivoni? Perché la scienza è sempre sotto il controllo del potere. Appena ho elencato questi punti, alcuni osservatori mi hanno fatto notare che c’è un sesto punto importante che non avevo inserito, quello relativo alla sanità pubblica, alla crisi che sta affrontando dovuta ai tagli continui subiti dal settore pubblico in questi anni. Lo faccio mio quindi e passo ai commenti. Ho tolto i nomi naturalmente. — Allacciandomi al punto 2: trovo degli irresponsabili quelli che se ne vanno in giro violando la zona rossa (che se è stata istituita è perché evidentemente la situazione è seria). Magari loro sono sanissimi, magari no, ma rischiano di spargere ulteriormente il virus. Tutto questo a danno anche del sistema sanitario già in crisi di posti letto. Se poi fra qualche settimana i medici si ritroveranno a scegliere chi curare..beh ecco io questi soggetti li lascerei in fondo. Stesso discorso per quei genitori che dicono: “le scuole sono chiuse, porto i figli al parco”..e allora che le hanno chiuse a fare? Non era per ridurre al minimo i contatti sociali? Trovo che in troppi non si rendano conto dell’eccezionalità del momento. — Il punto 3 mi tocca particolarmente sentendomi un patriota ( non salviniano però ) il governo ha fatto un bel po di errori ma è facile giudicare un ‘emergenza dall esterno , penso che in momenti come questi dovremmo fare come ci dice il nostro inno: stringiamoci alla coorte ( tralascio per ovvi motivi “siam pronti alla morte, non è il caso). — Riguardo al punto 5: forse il mio avere casa di fronte ai servizi segreti, già da qualche giorno mi ha fatto nascere la stessa riflessione. Temo per la scienza democratica. — Sono con te fino al punto 3 e mezzo..Pur sapendo di cosa è capace lo stato nel campo del depistaggio e della disinformazione, il resto è da Urania. Secondo le indicazioni degli scienziati io, data l’età che mi attribuisce l’anagrafe, dovrei stare chiuso in casa ad aspetta’ che passi ‘a nuttata… Be’, s’attaccano. Altra cosa se fossi “incoronato”. Re Sandro andrebbe volentieri in quarantena ma, da sano, vivo la mia vita con qualche precauzione, quello si’. — 5) ho appena rivisto in tv Vogliamo i colonnelli (ritrovando in esso l’imprinting della nostra destra complottista) e non mi è sembrato un film grottesco, ma iperrealista… Non credo che in Italia ci sia qualcuno capace di un simile magheggio da Manchurian Candidate. — La 5 mi sembra troppo distopica, ci sono troppe voci e correnti salterebbe fuori penso. — Il mio contributo riguarda i punti 4 e 5. Per quanto l’attenzione debba rimanere alta anche su questo fronte, non mi sentirei di considerare percorribile una deriva antidemocratica, se non per periodi brevissimi. 75 anni di sostanziale libertà e democrazia (con tutti i limiti e difetti), i nuovi sistemi di comunicazione, social in primis, lo spirito libertario, individualista (e polemico) degli italiani, renderebbe assai arduo un percorso del genere. Ammesso e non concesso che lo Stato, in tutte le sue espressioni (Regioni, Enti, Aziende, Forze di Polizia e armate, ecc…) possa muoversi in maniera monolitica ed unitaria. È un pericolo che non riesco a vedere. — C’è il rischio fortissimo, dato il clima da caccia alle streghe e il disagio della quarantena (dovuto alla comprovata scarsissima coscienza civica degli italiani) che molti contagiati tentino di farsi la malattia in casa, in gran segreto, senza avvertire le autorità sanitarie, per evitare le complicazioni burocratiche et similia. Questo con gravi conseguenze sulla salute pubblica, manco a dirlo.. — Dato che sono al letto con l’influenza (ma il tampone col cavolo che me lo faccio) mi diletto provando a risponderti con cura. Ero a Città del Messico durante l’epidemia di influenza suina nel 2009, che come quella di oggi per alcune settimane domino’ le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Città del Messico era il principale focolaio e fu instaurato un sostanziale coprifuoco con chiusura di trasporti pubblici, negozi e uffici e tutta una serie di altre impressionanti limitazioni. Alcuni analisti ipotizzarono che, dato che dopo 3 mesi ci sarebbero state le elezioni nazionali, un peggioramento della situazione avrebbe sfavorito pesantemente il partito al governo. Che quindi decise di scatenare l’ira di Dio nella fase iniziale per essere sicuro di poter dare al momento delle elezioni una sensazione di forte miglioramento generale. Indipendentemente dalla realtà oggettiva e scientifica del fenomeno. Di fatti alla fine l’influenza se la presero tutti, era in fin dei conti una roba leggera, e arrivati alle elezioni c’era effettivamente una sensazione generale di sollievo. Morale: l’applicazione estrema e politica del principio di precauzione determino’ in modo sostanziale la gestione del fenomeno. Cosa succede ora nel 2020? Come sempre l’opinione degli scienziati e il loro dibattito possono essere interpretati in modi opposti al momento di decidere le politiche. L’italia decide di applicare in modo estremo il principio precauzionale, Germania e Francia forse hanno lo stesso numero di contagi o potenzialmente superiore ma a fronte di un numero molto scarso di tamponi non entrano in emergenza. C’è quindi da chiedersi se il governo italiano abbia voluto applicare in modo estremo il principio di precauzione producendo oneri e conseguenze forse non del tutto previsti e forse meno scaltramente di altri governi. Oppure esiste l’affanno di creare un clima di unità nazionale, il che dato lo scenario politico avrebbe senso. C’è poi la questione internazionale e i sospetti che il virus sia stato creato in laboratorio; qui ipotesi è speculazioni si potrebbero sprecare: ad esempio c’è chi dice che sia un’operazione americana contro la via della seta. Rimanendo su questo piano di ragionamento mi ha abbastanza scioccato la notizia sull’autore di best seller che negli anni 80 parlava di un corona virus creato in laboratorio che nel 2020 si sarebbe propagato da Wuhan; credevo fosse una bufala fino a quando non ho letto la notizia su Ansa. Dato che le probabilità di azzeccare una cosa del genere per caso sono praticamente nulla, si tratta o di profezia o della conoscenza di un qualche piano esistente da oltre 30 anni; questa sarebbe un’ ipotesi totalmente dietrologica e complottista ma di certo più probabile sia della casualità che della profezia! Qualcuno ne sa qualcosa in più? — Suggerisco una lettura di tutto ciò in chiave marxista-mandrakista, che, a mio parere, è l’unica che può aiutare a non farsi infettare! Attendo, con l’ormai quotidiana curiosità, l’articolo. Buon lavoro — Sull’onda del brivido di aver rivisto Kossigaconlakappa, vorrei aggiungere che gran parte del disagio di questi giorni non deriva dalla QUALITÀ dei servizi sanitari offerti ma dalla QUANTITÀ.solo nella regione Lazio i fondi erogati alla sanità privata negli ultimi anni sono un’enormità. La sanità, la scuola, i trasporti non sono aziende ma servizi che abbiamo già pagato. — Commento dal padiglione Baglivi dello Spallanzani dove ho portato per la seconda volta un Sars-Cov2 proveniente dal Gemelli.La corsa è costata all’azienda ospedaliera 5 euro più IVA. E sto benissimo! — Magari è off topic ma è possibile non ci sia un movimento,una formazione o un Paolini di sinistra che sappia approfittare del momento per imporre (non proporre:imporre)alla discussione la questione sanitaria a tutto tondo e,approfittando dell’argomento forte,l’istituzione di una patrimoniale ? — Sono d’accordissimo sul punto 2) e sul resto. Io lo penso che il Corona sia un “opportuno strumento” atto a provare, da parte dei manovratori del potere ad irregimentarci….sono d’accordo sul fatto che oggi vi siano Persone responsabili che sono sotto attacco da parte degli infidi sostenitori della strategia della tensione. In alternativa, in questo Paese c’è impreparazione da corruttela. — Non sono virologo tantomeno virale ma come quest’anno non ho mai visto tanti casi di influenza. Praticamente tutti quelli che conosco ed ho incontrato l’hanno avuta. Mi pare ci siano troppi esperti a parlare, tirati a turno per il camice dall’una o dall’altra parte politica. Politica che in qualche misura rientra nella chiusura delle scuole perché, come affermato da conte, sul territorio troppo galli a cantare. Ora come si giustifica un blocco totale del paese a fronte di tremila contagiati non lo so, comprendo però che fino al prossimo autunno, quando il virus si ripresenterà, saremo in emergenza, nella speranza che per quella data sia pronto un vaccino. Credo anche che paradossalmente questa possa essere un’occasione per capire che con gli annuali tagli alla spesa pubblica ci si può trovare in difficoltà quindi spero non si distribuiscano come sempre soldi a pioggia bensì su progetti e necessità mirate. — Credo che la storia del “ceppo” italiano fosse una pezza maldestra che qualcuno ha cercato di mettere dopo il panico dei primissimi giorni, quando hanno capito che l’economia italiana stava bruciando milioni. Non ne sono sicuro, ma ci scommetterei.La storia dei due ceppi differenti, invece, mi sembra un po’ più credibile. — Sono d’accordo con te sui punti 1, 2 e 3 e sono altresì d’accordo con chi non teme derive antidemocratiche. Vorrei intervenire sul punto 4, il primo, perché ci sono due punti 4, mi riferisco a quello laddove parli di misure ridicole e inapplicabili. Penso che il senso di tali misure – adottate secondo una logica di navigazione “a vista” – sia quello di “prendere tempo”. E’ evidente credo anche a chi le ha decise che tali misure non rappresentano un muro al contagio e che esso sarà destinato inevitabilmente a diffondersi. Ma con queste misure si spera di rallentarlo in modo da non far andare in tilt il sistema sanitario. Questo a mio parere è il vero problema. Sistema sanitario che, come qualcuno qui sottolinea è stato negli ultimi decenni vittima di pesanti e scellerati tagli. — Il pensiero unico mi ha sempre fatto paura, è sempre un compromesso al ribasso, quindi che la scienza sia divisa di fronte ad un nuovo evento è positivo, i punti di vista differenti portano ad un arricchimento della conoscenza, poi voglio vedere il dopo-corona con ottimismo: forse alla fine avremo capito che 1) i tagli alla sanità pubblica nei decenni scorsi spacciati per “efficientamento” (si dice così?) sono stati miopi, 2) siamo indietro come infrastrutture di rete nella porzione ultimo miglio 3) non siamo pronti per lo smart working a parte poche aziende 4) la politica senza polemiche (a parte il solito noto) è meglio di quella strillata 5) i social sono una fucina di tuttologi che non capiscono un cazzo 6) che le istituzioni tanto vituperate sono una delle cose che funzionano in questo paese 7) a che servono le portaerei e gli F35 se un virus ha messo in ginocchio interi paesi 8) alla fine sticazzi del virus, seguo le indicazioni di buon senso e aspetto un Robespierre che taglierà la corona…..se poi dovessi morire per questo virus siete tutti invitati al mio funerale. — Beh qui hanno già detto tanto. Sul punto 3) voglio solo aggiungere, accodandomi, che anch’io sosterrei queste misure chiunque le avesse decise (persino i 5cosi) . Che poi la chiusura delle scuole – leggevo poco fa – è stata adottata in posti diversissimi quali New Dheli e Seattle. Lo scopo – a quanto capisco e tornando a noi – è quello non certo di impedire la diffusione del virus (impossibile come da punto 2) ) ma di rallentarne il ritmo per non mettere in crisi soprattutto i reparti di terapia intensiva. Abbiamo a quanto pare 5000 posti. Se l’incidenza media di ricoveri In T.I.- come si evince dai dati correnti- è del 7% e quindi se il contagio raggiungesse contemporaneamente 75000 persone avremmo fatto il pieno e il successivo paziente bisognoso di T.I. non troverebbe posto. In questo quadro anche le “ridicole” raccomandazioni del successivo punto 4) hanno una loro ragion d’essere anche alla luce delle condivisibilissime osservazioni al punto 1) . Il punto 5) sì lo trovo anch’io un po’ troppo Urania. PS non voglio fare polemica però trovo un po’ irresponsabile dire come è stato detto: ” sono al letto con l’influenza (ma il tampone col cavolo che me lo faccio) ” — Al punto 5) la risposta soffia nel vento, ovvero lo scopriremo solo vivendo…la scienza nella sua versione ufficiale-pubblica è una parte del potere, nel bene e nel male, a livello di ricerca no — Andando secondo la tua numerazione: 1: È quello che percepisco anch’io, e mi sembra di capire che ancora non si sappia tutto su questo virus (e forse è un altro motivo che lo fa temere tanto) 2: L’irresponsabilità di tanta gente è irritante, pericolosa, menefreghista e due pizze in faccia sarebbero il minimo. 3: Non vorrei mai stare nei panni di chi si trova a governare adesso. Non mi sento di criticarli, malgrado le gaffe e i ripensamenti. Ringrazio solo che in questo momento non abbiamo lì anche il capitano a farci perdere tempo. Quello che poi vedo intorno, è che ognuno percepisce la gravità o meno della situazione in base alle proprie esigenze e necessità (chi vede a rischio immediato il proprio lavoro giudica per esempio i provvedimenti inutili, eccessivi. Altri invece li approvano). Io ho sempre pensato, dall’inizio, che il problema più grande sia la disponibilità di cure per tutti, in caso di epidemia. Quando tutto sarà finito (sperèm presto) ricordiamoci di riprendere il discorso della sanità pubblica, massacrata in questi ultimi anni, spesso a favore di quella privata (temo per squallide ragioni di consenso elettorale). 4: Sicuramente sono disposizioni scoccianti, secondo me se ne potrà valutare l’impatto sociale se si protrarranno a lungo… per un periodo limitato si può cercare di collaborare e tentare di credere che non ci siano scopi secondari. 5: La paura è proprio quello che tiene buone le masse. In questo caso non saprei… la faccenda è un po’ complessa e ci è arrivata dall’esterno… boh. — 4. Io preferisco un governo che agisca con un eccesso di prudenza invece che il contrario. Soprattutto con un virus di cui ancora non si sa tutto. E anche noi cittadini dovremmo agire nello stesso modo anche se ti confesso che mi sento prigioniera, non mi sento più libera di andare dappertutto. E questo mi pesa moltissimo. Non voglio mettere in pericolo altre persone, i miei genitori, andando a moltiplicare i miei contatti sociali. Tanto più che ora sono coordinatrice di una comunità di minori stranieri (ai quali ho fatto una lezione sul virus, e comprato tutta una serie di disinfettanti) e mi sento responsabile. Il punto 5 non lo voglio pensare mi fa troppa paura e mi fa sentire totalmente impotente. Per poter vivere io devo avere fiducia negli esseri umani. n — Concordo in parte con te sul punto 5. Nel senso che anch’io mi sono posta la domanda ” ma non è che potrebbe essere interpretato come un test, giusto per vedere la reazione dei cittadini di fronte a una palese limitazione di alcuni diritti civili?” Però sembra, almeno dalle mie parti dove comunque sono stati accertati tre casi positivi, che una parte della popolazione (soprattutto i giovani) se ne fotta e continui a vivere come sempre. Quindi imporre la legge marziale in modo soft/subdolo non pare funzionare. A me impressiona il fatto che, in una società tecnologicamente avanzata, con social e web che dovrebbero incarnare i canali d’istant information e tenere aggiornati tutti, ci sia tanta indeterminatezza. Ma forse riguarda la gestione di tali informazioni, nel senso che ce ne sono tantissime, spesso contrastanti e tutte insieme. Difficile scremare, difficilissimo selezionare e quasi impossibile rassicurare. — Punto 4: nessun bisogno di inventare virus per reprimere una rivolta (vedi Cossiga e Macron). Non mi pare che gli scienziati siano così confusi e sprovveduti, l’OMS è stata chiara. In Cina lo hanno capito bene, fanno quello che devono senza polemiche…(avranno meno opinionisti laureati della facoltà Strada&Vita?). … Hai mai letto Saramago “Cecità”? Ecco qua, finiti i commenti vorrei unirmi all’ultimo cosiglio dell’amica che suggerisce la lettura di “Cecità” di Saramago. E’ un paradigma molto efficace della situazine che stiamo vivendo. L’ho riletto in questi giorni su indicazione dell’amica in questione e l’ho trovato sorprendente in relazione agli spunti che offre. Inoltre, visto che siamo più o meno tutti in quarantena e dobbiamo limitare la vita sociale, è un ottimo modo per occupare creativamente il tempo.