CORONAVIRUS: ANCHE PER I TRIBUNALI MISURE ANTI CONTAGIO
In attesa di leggere il testo del decreto legge varato ieri dal consiglio dei ministri dopo tre ore di serrata discussione, alcune anticipazioni riguardano la sospensione delle udienze. In questi giorni, il Consiglio Nazionale Forense aveva dato prova di grande senso civico disponendo che gli avvocati si astenessero dalle udienze civili e penali per non facilitare la diffusione del virus. Era una scelta lasciata, tuttavia, alla discrezione del singolo professionista, come nei casi un cui si aderisce o meno ad uno sciopero. È di ieri, invece, la disposizione normativa con decretazione di urgenza ,che prevede la sospensione delle udienze per un periodo massimo di due mesi fino al 31 maggio. La scelta della durata sarebbe, però, giustamente, lasciata al Capo dell Ufficio Giudiziario del tribunale di riferimento e scatterebbe solo ” in caso di emergenze epidemiologiche certificate, ” e previo concerto con autorità civili e mediche. Anche in questo caso occorre avere riguardo a udienze particolari penali e civili che, per la loro precipua natura non possono essere rinviate come quelle che ineriscono in materia civile ai minori e ai rapporti di famiglia o quelle in materia penale con interventi restrittivi della libertà. Si starebbe pensando alla possibilità di adottare sistemi per i casi di indifferibilità e urgenza di udienze in videoconferenza. In ogni caso sarebbe previsto nel decreto un periodo di sospensione automatico per la messa a punto delle misure da adottare fino al 23 marzo. Si cerca di arginare il contagio e ridurre al massimo i contatti anche nelle cancellerie. Il processo telematico in vigore da qualche anno facilita le attività burocratiche fra avvocati e fra questi e le cancellerie. In attesa di conoscere i dettagli del decreto emanato proprio per fronteggiare una lungaggine processuale stavolta incolpevole.
