BOLLETTINO CORONAVIRUS DEL 10 MARZO. UN MODO MIGLIORABILE DI DARE I NUMERI

BOLLETTINO CORONAVIRUS DEL 10 MARZO. UN MODO MIGLIORABILE DI DARE I NUMERI

A dire poco sconcertante il Bollettino di oggi della Protezione civile sul Coronavirus. Il clima di apertura è di grande tensione. Si sa che le Regioni Lombardia e Veneto hanno chiesto una stretta ulteriore, più o meno un coprifuoco, a livello nazionale, per contrastare la diffusione del virus. Si sa anche che il Governo ha risposto nì. Per il momento si può attendere, ma nel frattempo c’è disponibilità a promuovere una gestione commissariale. Evidente che tutto dipende dai tassi di crescita del contagio oggi e nei prossimi giorni. Bene, cosa è successo oggi. L’annunciatrice legge il foglio che le hanno passato ed esprime soddisfazione. La si può capire. Per tre giorni il tasso di crescita ha oscillato tra percentuali allucinananti come il 25/30%, che è come dire casi raddoppiati ogni 2/3 giorni, con ben oltre mille casi in più quotidiani. Oggi, stando ai dati forniti, i casi in più non arrivano a 600. E il tasso di crescita, quello che maggiormente conta, è sceso d’incanto al 10,7%. Sospiro di sollievo. La luce in fondo al tunnel? Ma Brusaferro e Borrelli non mostrano entusiasmo. Dopo poco la doccia gelata. Dalla Lombardia, che è come dire la madre di tutte le battaglie, sono pervenuti dati solamente parziali. Nessuno che si degni almeno di dirci se nelle altre regione va meglio, Ci tocca fare i conti per i fatti nostri. No, non va meglio. Tranne un leggero miglioramento in Emilia Romagna e con il Veneto non bene decifrabile (anche qui dati forniti non in sincronia con gli altri) il complesso delle regioni fornisce un sia pure leggero peggioramento. Magari invece non sarà tale: tutto dipende da cosa ci diranno i risultati della Lombardia. Ma anche qui nessuna base scientifica pienamente garantita se i dati lombardi faranno riferimento ad un’ora differente da quella di ieri. In conclusione, da un Bollettino che ci doveva fornire indicazioni importanti ricaviamo solo numeri vaghi su cui ci tocca strologare. Allora avevano ragione Salvini e Fontana a chiedere la stretta? Aveva ragione Conte a dirgli di nì? Andrà certamente meglio domani. Peggio sarebbe difficile.