AUGURI SHARON.

AUGURI SHARON.

Anche se in extremis, vorrei fare gliauguria Sharon Stone (10 marzo 1958, quasi mia coetanea – avremmo potuto essere in classe assieme, avreidovuto farmi bocciare essendo del ’57 ma per lei l’avrei fatto) con una foto in cui Roman Polanski le bacia la mano. L’occasione è Cannes 2002: “Il pianista” vince la Palma d’oro e lei è membro di spicco della giuria presieduta da David Lynch. Ho un ricordo indelebile di quel festival. Premesso che ho visto Sharon Stone da vicino diverse volte, e che ho sempre percepito in lei uno sguardo da tigre quasi inquietante (ha degli occhi meravigliosi, intelligenti, acuminati), quella volta la vidi in modo diverso. Dovete sapere che alla sala Lumière del Palais di Cannes, la più grande, in alcune proiezioni la giuria vede i film assieme alla stampa, in un séparé la cui porta riservata dà comunque sul foyer dove passiamo anche noi cronisti. Quel giorno, alla fine della proiezione delle 8.30 del “Pianista”, esco dalla sala convinto di aver visto un gran film e, passando davanti alla porta della giuria, quasi vado addosso a Sharon Stone che sta uscendo. La vedo a mezzo metro di distanza: e quegli occhi di solito così penetranti sono pieni di lacrime. Stava piangendo come una fontana. Il film l’aveva sconvolta. Ricordo che pensai: questo vince. Se ha commosso in questo modo una giurata così importante, vince.