IL DONO. DA UN PADRE A UNA FIGLIA, L’AMORE IN UN LIBRO

IL DONO. DA UN PADRE A UNA FIGLIA, L’AMORE IN UN LIBRO

Scrivere è aprire le voragini dell’anima. Sì quelle in cui si annidano pensieri, paure, emozioni, sogni, vittorie, speranze, delusioni. Scrivere è lo scrigno della memoria, lo spartito dove le note del vivere vengono incise per consentire di suonare nel tempo, al di là del tempo.Scrivere è catarsi per chi lo fa, ogni parola diviene perla che nasce dal dolore e, come per l’ostrica la sabbia, una lacrima sa divenire gioiello. La parola rimane, vola, si inabissa, vive le mille vite delle favole, gioca con gli umori del destino e una sofferenza può diventare poesia, un pianto d’amore sa divenire canto, un macigno sul cuore può carezzare come piuma. Lo sa Andrea Bizzotto, sa che quando partira’, e partirà presto, non porterà bagagli, viaggerà leggero. Tutto ciò che aveva, ogni sua ricchezza, l’ha chiusa in una valigia. No, non ingombra. Ha badato bene a non occupare molto spazio. Eppure vi è l’immenso in ciò che ha donato. Cosa resta di un uomo quando il male entra,penetra, mangia, anzi divora? Cosa resta di una mente che urla mentre un giovane corpo si disfa, si sgretola sotto lo spietato incedere di un cane senza padrone che strazia le carni? A trentatré anni non si ha una Storia da raccontare si ha un Futuro da vivere. Ma per lui non è così. E proprio nel momento in cui quella vita appare radiosa, con l’amore per una donna, Maria, con un sogno, creare gelati, divenuto realtà lavorativa sebbene lontano dall’Italia, ecco che Moira, questo fato senza scrupoli, senza remore, giunge a presentare un conto. Sproporzionato. Di quelli con un tasso usuraio che fanno divenire estorsione il vivere. Cancro gli dissero. E attesero il silenzio.Non lo aspettava, non era per lui, non poteva essere per lui. La sua bimba era appena nata. Voleva stare con lei, vivere per lei. Improvvisamente in lui un cane silente a divorarlo giorno dopo giorno e lui a combatterlo, giorno dopo giorno. Quante volte Andrea si era chiesto come fosse stato scelto da quella bestia immonda. A caso o secondo un destino già scritto? Era entrato spavaldo, unvigliacco ladro approfittatore della luce di Vita, in silenzio,nella notte del suo corpo,aveva intrapreso il lavorio, subdolo,scaltro, infingardo. Ma Andrea non ci sta. Il sorriso magico della sua bimba merita tutta la forza di cui lui è capace. Quel terribile male non avrebbe danzato in luialla musica del suo trionfo.Per gongolare alla sua disfatta. Lui non era un tenero agnellino,impaurito dalle fauci della sua malattia. Oh, sì…appena l’aveva scoperta gli aveva fatto paura!!! Un terrore che aveva fatto tremare tutto il suo corpo. Di rabbia, perché lo aveva nutrito, lo aveva portavo in lui , gli aveva davo in pasto i suoi giorni più belli, i suoi sorrisi e quelli di chi amava e che riempivano la sua anima. Adesso non più, lo chiamava per nome. Lui a quel silenzio diede la parola. E scrisse. Un libro. Un libro d’amore per la Vita , del chi era, del chi voleva essere e del chi sarebbe stato nella memoria di chi amava. Scrisse per esorcizzare le paure, per amplificare l’amore che provava per la figlioletta, per sopravvivere al tiranno che esigeva il suo tributo. Gabbato da un uomo che ha voluto vivere oltre se stesso, oltre il tempo che gli era stato concesso. Con l’aiuto della sua amica Rebecca Frasson, il suo sogno è diventato realtà e così il suo libro è stato pubblicato con il titolo “Storia di un maldestro in bicicletta”, Brenta Piave editore. Un maldestro in bicicletta. Mai titolo fu più evocativo. Stare in equilibrio sulla fune del vivere. Tutti maldestri corridori perché nessuno conosce la strada. E cadere e rimettersi in sella, finché le gambe ce la fanno, finché il vento fra i capelli ci ricorda chi siamo, finché il respiro di una giornata di primavera diviene carezza di un padre sul visetto di figlia, finché “domani” diviene parola e resiste alle ingiurie e agli oblii del tempo. Sarcoma Sinoviale, senza appello, senza scampo. Eccolo. Lo pronuncia. Tutto secondo le previsioni dei medici. Andrea pubblica il suo libro. Andrea muore due giorni fa. Restano pagine e chi ama scrivere sa il prezzo di ogni parola impressa, ne conosce la genesi e il cammino. ” Spero un giorno lo leggerai e potrai filtrare il buono dal meno buono”. Queste le parole alla figlioletta Giulia Grace. Nessun vento, nessuna ruga, nessuna tempesta della vita, potrà mai portargliele via, sono parole, sono carezze di padre,non diverranno mai cenere che il tempo consuma.