IL SALUTO A MARIANO DE SIMONE

Era piena in ogni ordine di posti e anche di più, stamattina a mezzogiorno, l’aula magna della facoltà di Teologia dell’Università valdese per il saluto a Mariano De Simone, scomparso il 25 febbraio scorso. Un commiato affettuoso, intriso di lacrime e sorrisi, di musica dal vivo e ricordi toccanti, di discorsi scritti e discorsi d’istinto, che s’è concluso, alla maniera americana, con un gustoso rinfresco, perché la vita non si facesse troppo da parte in questo giorno triste. Familiari e amici hanno ricordato il Mariano musicista, il Mariano saggista, il Mariano insegnante, il Mariano genitore, fratello e marito, il Mariano “rivoluzionario” (s’è levato anche qualche pugno chiuso), il Mariano poeta, perfino il Mariano “russatore”, in un clima sempre a un passo dalla commozione e tuttavia a ciglio asciutto. Tanti i musicisti presenti, a partire da Giovanna Marini e Luigi Grechi De Gregori, riuniti in una sorta di abbraccio caloroso che ha lenito appena il dolore della perdita, facendoci sentire tutti un po’ più soli. La cerimonia, di fronte alla bara, s’è chiusa con “Keep on the Sunny Side” cantata da tutti, e debbo riconoscere che quell’immagine fortemente simbolica custodita dalla ballata della Carter Family ha fatto vacillare, per un attimo, il mio fragile proposito di non mettermi a piangere.