MIGRANTI, NUOVO BRACCIO DI FERRO A LAMPEDUSA
La Mare Jonio che ieri ha salvato al largo della Libia un gommone con 49 migranti è arrivata al porto di Lampedusa, ma non ha rispettato l’alt della Guardia di Finanza, che è intervenuta salendo a bordo.“Siamo in pericolo di vita, insensato non attraccare” questo ha ripetuto il capitano della nave. La Mare Jonio è a ridosso di Lampedusa. La Guardia Costiera ha autorizzato il punto di fonda.La Guardia di Finanza che è a bordo della nave, sta svolgendo, secondo quanto riferiscono i volontari della Ong, un’ispezione relativa alla documentazione di bordo. I militari sono saliti quando la nave si è fermata alla fonda a mezzo miglio da Lampedusa. L’imbarcazione non ha comunque l’autorizzazione allo sbarco, ed è circondata da tre motovedette.Mediterranea nella notte aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro”, prima di fare rotta verso Lampedusa. Il sindaco dell’isola Totò Martello ha detto: “Li accogliamo, il porto è aperto, i 49 migranti sono i benvenuti”.Anche l’ex sindaco Giusi Nicolini aggiunge: “La circolare Salvini è un’oscenità giuridica”.Una situazione cominciata all’alba in modo concitato Verso le 9 l’imbarcazione è arriva a largo dell’isola. A metà mattinata viene ottenuta l’evacuazione di un migrante ventiquattrenne del Gambia che ha una sospetta polmonite. E Casarini fa un appello: “Siamo a pochi metri da Lampedusa, sarebbe strano non attraccare qui”. Matteo Salvini a SkyTg24 negava l’autorizzazione “La nave non entra in porto, e proseguiva, questo non è un salvataggio ma favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. O c’è l’autorità giudiziaria, che prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso, perché mi sembra evidente in base agli elementi certi e ad altri che sono oggetto di approfondimento che c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani, oppure il ministero dell’Interno non indica nessun porto”. Di Maio aggiunge che l’azione dell’Ong contro gli ordini libici presenta “diverse irregolarità” e aggiunge:”non sarà un nuovo caso Diciotti”. Il capitano della nave ha trasgredito all’ordine perchè oltre ad una cinquantina di naufraghi (di cui uno in gravi condizioni) c’erano dieci dell’equipaggio in balia del mare forza 7 ed erano ad un’ora da Lampedusa, circa 10 miglia. L’imbarcazione è scortata da due unità militari Luca Casarini capo missione, spiega i motivi a Repubblica: “Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l’isola di Lampedusa”. Fa ascoltare l’audio dello scontro tra i finanzieri e la nave con i migranti naufraghi: “Rimorchiatore Mare Ionio da pattugliatore guardia di finanza Paolini, vi intimiamo l’alt, fermate le macchine, arrestate i motori”. Risponde il capitano della Mare Jonio: “Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita comandante, ci sono tre metri di onda”. E ripete: “Siamo in condizioni di pericolo di vita”. Il medico che è salito a bordo Guido Di Stefano parla di una situazione disperata e pone l’accento sulla criticità a bordo, racconta che i naufraghi hanno ripetuti conati di vomito nonostante le medicine, e della gravità di farli uscire per andare al bagno perché é troppo pericoloso. E mentre davanti Lampedusa si consuma l’ennesimo diniego da parte delle autorità italiane un nuovo naufragio è avvenuto al largo di Sabratha. Diversi migranti sono morti o dispersi e solo quindici salvati. Le poche e sintetiche notizie arrivano dall’Oim, l’organizzazione per le migrazioni delle Nazioni Unite che in Libia ha una propria missione e fornisce assistenza ai migranti. Secondo il portavoce italiano dell’Oim, Flavio Di Giacomo, i sopravvissuti sarebbero stati portati in un ospedale libico. Molti hanno ferite e fratture, come hanno riferito i medici dell’Oim che sono sul posto. Probabilmente a causa dei trattamenti subiti nei centri di detenzione libici.
