NON È SOLO PRIMAVERA. UN GIORNO DI MEMORIA CONTRO LE MAFIE

NON È SOLO PRIMAVERA. UN GIORNO DI MEMORIA CONTRO LE MAFIE

E per coloro che, morti ammazzati dalla mafia, non si potranno contare più primavere? Nasceva così, dal dolore di una madre cui avevano ammazzato il figlio nella strage di Capaci, l’esigenza di perpetuarne il nome non nel suo cuore, ove viveva ogni giorno, ma nella memoria delle genti, affinché quella morte non lo fosse stata invano. Così dal 1996 in poi, ogni anno, ogni primavera, in ogni città italiana, come rintocchi di campane, i nomi degli uccisi dalle mafie. Un ricordo, la memoria che diviene impegno, un rosario civile per i martiri della società. Ogni grano di quella corona una vita, per far sì che nel ricordo non solo di coloro che li hanno amati ma anche della gente comune e delle Istituzioni , uomini e donne vittime di un barbaro destino, vivano, reiterino il messaggio ed il senso del loro vivere e morire. Era il primo marzo 2017 quando la proposta di legge si tramuto’ in norma e il 21 marzo venne riconosciuto come ” Giornata Nazionale della memoria e dell’Impegno”. Oggi cortei in tutta Italia e tutte le piazze dalle Alpi allo Ionio, sono collegate idealmente con Padova. In cinquantamila per partecipare alla manifestazione indetta da Libera e da Avviso Pubblico. Proprio a Padova, in quel Nord est che le cronache portano alla ribalta quotidiana come luogo prediletto dalle infiltrazioni mafiose. La mafia segue l’olezzo del denaro, briga, imprende ed intraprende indisturbata soprattutto lì dove il tessuto sociale è ancora vergine a certi approcci e meccanismi perversi. “Se la mafia ha già conquistato il cuore del Nordest, penetrando non solo il tessuto imprenditoriale ma anche quello sociale e politico, allora è nel nordest che deve mettere radici anche l’antimafia” ha dichiarato dal palco di Padova Don Ciotti. Alla manifestazione di Padova anche il procuratore antimafia Cafiero De Raho e il segretario della CGIL Landini. Nelle varie città italiane in prima fila nei cortei, padri e madri, mariti, mogli di vittime di mafia e tanti ragazzi, con il loro fresco profumo della Libertà, quello che non conosce ancora il compromesso, l’apatia, l’abbandono e l’indifferenza. Concludendo la manifestazione a Padova Don Ciotti ha dichiarato rivolgendosi alle persone giunte da tante parti d’Italia:” è gente che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro paese dobbiamo alzare la voce, mentre tanti scelgono un prudente silenzio”. Una scommessa per Libera e la società civile, una professione di fede che si rinnova ogni anno a primavera, un ideale risveglio dal letargo delle coscienze. Anche il Presidente Mattarella ha fatto pervenire il suo messaggio: “Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini”. Un giorno di primavera non scaccia via i rigori dell’inverno lungo, glaciale, quello che la criminalità organizzata fa vivere a una nazione e alle sue vittime. Quella nazione, però, sa che la mafia non si combatte con le manifestazioni, pur giuste, doverose e necessarie per mantenere vivido il ricordo. Quella nazione sa che solo la Cultura se si ha il coraggio di investire in essa, sconfiggera’ la piovra. ” Il frastuono del tritolo avrebbe costretto la serpe assassina alla muta: pelle vergine ma solito veleno. Soltanto una generazione nuova, immune perché ” educata nella legalità” avrebbe potuto vincerla…Noi, uomini qualsiasi, non combattiamo la mafia, non è il nostro mestiere. Però possiamo correggere gli errori con la pazienza delle maestre, essere esempi modesti per decine di giovani italiani. La mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari”( Gesualdo Bufalino).