IL RISCHIO DI NON SENTIRE UN BAMBINO CHE URLA SOTTOVOCE
è da ieri che ci penso, con molta tristezza. siamo circondati da rumori forti, clamore, toni enfatici, gente che sgomita. rischiamo di non sentire un bambino che urla sottovoce, piccolo piccolo. ***Ma quante volte deve provare a chiedere aiuto un bimbo, prima che il sistema riesca a proteggerlo e a metterlo in sicurezza? Martedì mattina, scuola primaria nella periferia Nord di Milano. Gli alunni di una terza elementare fanno le prove per la recita di Natale, tutti insieme nell’atrio. Solo un piccolo non vuole partecipare. Non è proprio in clima di festa, lui. E’ aggressivo, disturba gli altri, protesta. Attira l’attenzione. Anzi: d’improvviso corre verso la finestra, avvicina una sedia, ci sale sopra, alza una gamba e fa in tempo ad appoggiarla sul davanzale con l’evidente intento di buttarsi giù prima che le maestre lo fermino, sgomente. Arriva l’ambulanza e anche, in supporto, la volante. “Aveva già detto in passato che vuole morire, andarsene via”, riferirà una delle insegnanti.Ai poliziotti accorsi sul posto il bambino borbotta qualcosa, che è “spaventato” e “umiliato” da un maestro. Viene subito informato il Tribunale per i minorenni ma alla Procura basta un’ora per approfondire la storia e capire che il problema è tutt’altro, e non nuovo. La paura e la violenza arrivano da casa. I pm hanno già un fascicolo aperto per maltrattamenti da parte del padre, tanto che nel maggio 2019, con decreto dettagliatissimo e preciso del Tribunale, il minore era stato affidato ai servizi sociali con limitazione della responsabilità dei genitori e collocato a casa della mamma (che nel frattempo si era separata dal violento), con tanto di assistenza domiciliare quotidiana. Com’è allora che a dispetto di quel decreto e all’insaputa della procura, di fatto viveva a casa dei nonni paterni frequentata dal padre accusato di maltrattamenti? A quanto pare, è stata la stessa mamma – partita tempo fa per un paese del centro Italia – a lasciare il piccolo dai nonni, contrariamente a quanto stabilito in precedenza e senza un provvedimento da via Leopardi in tal senso.Lui ha provato a buttarsi dalla finestra. una richiesta di aiuto che ha sfiorato la tragedia.Al momento la procura guidata da Ciro Cascone ha emesso un provvedimento d’urgenza. In attesa di decidere, lui resterà in ospedale. “Saranno evitati gli incontri col padre, sul quale gravano sospetti in ordine al reato di maltrattamenti a suo danno (…) e con gli altri parenti. I servizi sociali si attiveranno immediatamente per la vigilanza anche in ambito ospedaliero”. Si avvicina il Natale e quel bambino insomma è lì. Dove farlo vivere? In una comunità? O presso la madre, confermando nonostante tutto il decreto di maggio?La situazione familiare è ancora più complicata e vede coinvolti anche altri figli che vanno protetti. Riavvolgendo il nastro. Il padre si sposa una prima volta con una donna e ha una figlia, oggi quindicenne, a sua volta in crisi e affidata ai servizi, che ha appena partorito un neonato per il quale è aperta una procedura di adottabilità. Tra i coniugi ci sono problemi gravi, l’uomo è violento, si lasciano ma dopo tanto tempo si riprendono e fanno un’altra figlia che ora ha 10 anni, anche lei affidata ai servizi. I due si lasciano ancora. A quel punto l’uomo accusato di maltrattamenti inizia un’altra relazione dalla quale nascono due figli, uno di 9 anni (quello soccorso a scuola) e l’altro di 3. In casa c’è un irrespirabile clima. I disagi sono sempre più evidenti. Il maggiore viene bocciato, dà segni di irrequietezza e aggressività, arriva con lividi. Forse qualcuno, a scuola e nel condominio, segnala qualcosa?Col passare del tempo la situazione peggiora, la madre denuncia il padre ma anche il padre di rimando sporge denuncia contro di lei accusandola di lesione aggravata e inosservanza dell’obbligo dell’istruzione obbligatoria del minore. I due si lasciano e nel maggio 2019 il Tribunale per i minorenni emette il decreto, che coinvolge anche i servizi sociali con tutte le misure del caso. Quelle che sono state disattese.
