IL PONTE CROLLERA’, UN DISASTRO ANNUNCIATO

Un disastro annunciato, come in un film di drammatica sceneggiatura, un “final destination” all’italiana, che non riesce ad evitare l’inevitabile e non per un misterioso e inspiegabile disegno, ma solo perchè, non c’è accordo! Perchè chi deve operare controlli e verifiche, forse li esegue con poca accuratezza, o forse, non li esegue affatto e poi fornisce rassicurazioni che diverranno tristemente poco rassicuranti.Un’Italia che è sempre così… Lo stesso modus operandi da anni, poco importa che l’incuria l’inadeguatezza di questi politici inneschi un pericolo reale fino alla tragedia di cui oggi siamo stati spettatori.Eppure c’erano tutte le previsioni tragiche perchè il ponte Morandi di Genova, crollasse… Tutto è scritto nei verbali del Consiglio comunale di Genova.A fine dicembre del 2012, Giovanni Calvini, allora presidente di Confindustria locale, visibilmente alterato esprimeva tutto il suo disappunto di fronte a chi tra politici e amministratori, si opponeva alla realizzazione della Gronda di ponente (un’autostrada dal capoluogo ligure verso nord), fondamentale per agevolare il traffico nel percorso sul ponte Morandi di cui oggi piangiamo le vittime.Rispondendo ad un giornalista del secolo XIX dichiarava che: “Perché guardi, quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto no alla Gronda”.Le previsioni che qualcosa di terribile sarebbe potuto avvenire sono arrivate purtroppo ancora prima, sono passati solo sei anni e mezzo da questa dichiarazione. E’ dagli anni sessanta che sono aperti dibattiti comitati, forum pro e contro la Gronda.Il ponte era da sempre considerato fragile, un’infrastruttura definita sempre a rischio.Ma fu proprio allora, nel 2012, che il presidente Calvini fu tra i primi a livello politico a dichiarare l’emergenza. La necessità immediata di interventi e soluzioni alternative per la creazione della Gronda, ma soltanto tre mesi fa, è arrivato l’ok anche dalla Ue dopo un travagliato percorso e un iter fatto di rimandi e poi vedremo… Una frase che oggi suona quasi premonitrice di una disgrazia annunciata… Il “ponte crollerà” fu dibattuta nel Consiglio comunale, pubblicata in aula il 4 dicembre del 2012.Contrario alle parole di Giovanni Calvini sarà Paolo Putti del M5S dichiarerà: “La mia sarà una mozione d’ordine. Ho appreso solo questa mattina di alcuni articoli di giornale… Leggo questa mattina, su un quotidiano genovese, il quale dice che il Presidente della Confindustria di Genova dichiara: ”Ci ricorderemo di chi dice no alla Gronda.” Io allora colgo l’occasione per manifestare il mio sentimento di rabbia rispetto a questa affermazione e devo dire, anche un po’ di stupore, poi per facilitare la cosa, indico il mio nome e cognome: Paolo Putti, consigliere del Movimento 5 Stelle, uomo libero che non ha voglia di fare carriera politica, non è questa la mia ambizione, che non ha interessi personali o di bottega, ma il solo interesse di fare il bene della comunità in cui vive e tra le persone che vivono nella mia comunità ci sono anche quegli imprenditori che io, credo fra 10 anni, andranno a chiedere come mai si sono sperperati 5 miliardi di euro che si potevano utilizzare per fare delle cose importanti per l’industria. Aggiungo: Magari questa persona dovrebbe informarsi, prima di utilizzare questo tono, un po’ minaccioso (diciamo così) perché afferma: “Ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto no!”, perché dice che il Ponte Morandi crollerà fra 10 anni. A noi Autostrade, in quest’aula, ha detto che per altri 100 anni può stare in piedi. Per fortuna gli ha risposto, sullo stesso quotidiano, l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, che ha detto il perché ci sono queste situazioni di dubbi etc.: “perché è connaturato alle democrazie immature dove la prevalenza dei diritti forti di pochi, rispetto agli interessi collettivi, prevale agli interessi di molti.” E ha proseguito: “Credo che si riferisse a lui, perché mi farebbe sorridere se l’Amministratore di Autostrade per l’Italia si riferisse a dei cittadini, che in realtà sono migliaia, perché in migliaia hanno firmato il ricorso al Tar, e poi pensare che noi siamo i forti e Calvini ed altri sono i deboli, mi farebbe, oltre ad arrabbiare, sorridere. Grazie.” Ma le parole di Putti forse affermavano anche un’altra cosa: la rassicurazione di Autostrade per l’Italia che parlava di “un ponte che starà in piedi per altri 100 anni”. Quindi: ubi maior minor cessat, se Autostrade afferma quanto detto, evidentemente in quel momento sancisce la sua responsabilità su quello che oggi è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Oggi questo tema scottante della Gronda è al centro di un dibattito continuo da anni nel genovese. Dubbi sulla stabilità del ponte erano stati sollevati da molti, dal mondo delle imprese o da semplici cittadini. Fa riflettere leggere che il mondo accademico indicava la necessità di una ricostruzione, il professor Antonio Brencich, docente di strutture in cemento armato alla Facoltà di ingegneria di Genova, due anni fa venne intervistato dal Primocanale, della televisione ligure proprio per chiedere un parere sulla tenuta del Ponte Morandi. Il docente lo definì un “fallimento dell’ingegneria, altro che capolavoro” chiedendone “la ricostruzione”.Diceva: “I costi della manutenzione sono elevatissimi, non esiste che dopo trent’anni un’opera abbia già subito tanti lavori di manutenzione. Ci sono ponti in cemento armato che dopo cento anni non hanno ancora subito nessuna modifica”.Lo ricordava sottolineando come alla fine degli anni Novanta si era già speso in lavori l’80 per cento di quanto speso per la realizzazione. Solo negli anni ’90 si dovette procedere alla messa in sicurezza con dei cavi d’acciaio.A due anni da quelle parole il ponte Morandi realizzato fra il 1963 e il 1967 è definitivamente crollato. Costruito in soli 4 anni e inagurato in un giorno di pioggia come oggi quando lo abbiamo visto crollare… Dobbiamo prendere atto, renderci conto della fragilità del nostro Paese, della negligenza, della grave inefficenza mai abbandonata dai nostri politici. Scorre nelle nostre vene, come un cancro atavico, questa grave e irrecuperabile incuria, l’inadeguatezza programmata e l’indifferenza alla messa in sicurezza delle nostre infrastrutture.Oggi salutiamo in un addio queste ennesime vittime, ci stringiamo forte al dolore dei loro cari. Guardiamo inermi e addolorati, la lista delle vittime e dei feriti che man mano, che passano le ore, viene aggiornata. Cerchiamo i perchè e guardiamo in faccia la realtà, oggi questa Italia mostra al mondo la sua fragilità e scopre le sue radici aggrovigliate nelle nefandenze di una politica sempre più cementata nel muro dell’indifferenza.