XENOFOBIA, ODIO, PER IL DIRETTORE DI LIBERO LA DESTRA NON C’ENTRA

XENOFOBIA, ODIO, PER IL DIRETTORE DI LIBERO LA DESTRA NON C’ENTRA

La7. C’è Senaldi in collegamento. Direttore di Libero. Perché qualcuno ancora considera Libero un giornale. Lo incalzano sull’Umbria, sulla Lega. Risponde con delle ovvietà. Ma si vede che vorrebbe parlare d’altro. Vorrebbe parlare di razzismo. Ma non ci riesce. Lo spazio è poco. Allora, finita la trasmissione, ha l’idea del secolo: domani ci farà un bell’editoriale. Così regalerà al mondo la sua fine opinione. E non ci delude. Lo vediamo davanti al pc mentre si frega le mani, pronto a dirci la sua. Inizia. Il razzismo? Non c’entra assolutamente la destra, ci dice. Ma proprio niente. Anzi: “E’ la sinistra che fomenta sempre il razzismo. D’Alema, Prodi e Gentiloni, sono loro i premier dell’odio, quelli sotto il cui regno sono aumentati razzismo e xenofobia”. E il fatto che la Lega spenda, ogni giorno, migliaia di euro su Facebook per far girare video di “denuncia” con protagonisti degli immigrati mica c’entra qualcosa. No quello non fomenta l’odio. A farlo è stato, senza dubbio, Prodi. Basta guardarlo in faccia per rendersi conto della malvagità di quell’uomo. Ma Senaldi vuole ancora di più. Non si ferma. Smania per dirci ancora la sua. Per regalarci, con la sua penna, un’altra opinione. Ed eccola che arriva: la nuova Commissione sul razzismo? Non si può accettare. Perché è assurdo che qualcuno si arroghi il potere di “di stabilire chi può dire una cosa e chi no e di chiedere la censura delle opinioni non gradite”. Perché scrivere a qualcuno “ebrea di m..a” evidentemente non è un insulto razzista. No. E’ un’opinione. E mica puoi censurarla un’opinione, giusto? Certo non è gradita da tutti (forse addirittura neanche da chi la riceve: com’è strano il mondo!). Ma sempre opinione rimane. Ecco, caro Senaldi. Forse ha ragione. Le opinioni sono opinioni. Allora, dopo queste sue opinioni, ci lasci dire la nostra: non consideriamo il suo giornale un vero giornale. E davvero non capiamo come sia possibile che qualcuno, leggendo queste sue fantasiose ricostruzioni, possa davvero darle credito. Proprio no. Non lo capiamo.